In Messico la festività di Ognissanti non è sinonimo di tristezza. Non rappresenta il dolore, bensì il ricordo e la presenza. La credenza vuole che, nei giorni dello Xantolo, i morti tornino tra i vivi per accettare il calore di parenti e amici. Dopo un anno di attesa quindi, è d'obbligo non farsi trovare affranti di fronte ai propri defunti. In questo periodo un numero impressionante di cempasùchtil, fiore impiegato nelle cerimonie azteche, colora il paese. Il 18 ottobre si comincia ad accogliere i defunti che, di fronte a una morte improvvisa, non hanno avuto il tempo di confessarsi: per loro i festeggiamenti saranno più lunghi.
Il 30 ottobre, il "Giorno degli Archi", gli uomini costruiscono appunto archi di fiori, sopra i quali appendono pupazzetti dalla forma umana con incise le iniziali del proprio caro. Sotto si depositano bottiglie di liquore e pacchetti di sigarette: i vizi non si perdono nemmeno dopo morti! Dalle quattro del pomeriggio alle otto, rischiarati da fuochi d'artificio, si tengono i concerti in base alle preferenze musicali dei defunti. Le tombe si trasformano in veri e propri banchetti dove i parenti pranzano con allegria. Inoltre, è consuetudine invitare sulla tomba apparecchiata gli sconosciuti che passano, per poter raccontare loro gli episodi divertenti del proprio caro.
In Inghilterra la festa ha origini profonde: i bambini della tradizione antica erano soliti confezionare pupazzetti, i Punkies, intagliando le barbabietole. Anticamente le lanterne erano realizzate scolpendo grosse rape e servivano per scacciare gli spiriti maligni. Un’altra usanza era quella di lanciare pietre, verdure e noci in un falò per spaventare gli spiriti… sacrifici simbolici impiegati anche come strumenti di divinazione. Infatti, se un sasso gettato nelle fiamme durante la notte non era più visibile al mattino, si credeva che la persona che lo aveva scagliato non sarebbe sopravvissuta un altro anno. Se invece i dadi gettati nelle fiamme da giovani amanti esplodevano, probabilmente era in vista un matrimonio litigioso. In Austria viene messo del pane sul tavolo per dare il benvenuto agli spiriti dei morti, in Germania i coltelli vengono riposti in luoghi sicuri per evitare che le anime dei defunti si feriscano con le lame. In Slovacchia vi è la singolare usanza di mettere tante sedie davanti al camino quanti sono i componenti della famiglia, aggiungendo uno o più posti per i defunti.
In Asia, soprattutto in Cina e a Hong Kong, si è soliti illuminare i sentieri con lanterne e nei templi buddhisti vengono create barchette di carta da bruciare per ricordare i morti e liberare gli spiriti inquieti, facendoli ascendere in cielo. A Hong Kong Ognissanti si chiama Yue Lan e in molti bruciano le foto che rappresentano frutta e denaro, credendo che le immagini raggiungano il mondo degli spiriti, confortandoli. In Giappone vengono preparati alimenti speciali, appendendo ovunque lanterne rosse e liberandone alcune, galleggianti, nei fiumi o in mare.
Il giorno di Ognissanti in Svezia si chiama All Helgons Dag La ricorrenza in realtà non è più sentita che altrove, e le usanze tramandate non particolarmente originali, ma questo paese nordico offre un clima e dei paesaggi che rendono i semplici rituali particolarmente suggestivi. All Helgons Dag ha perduto almeno due secoli fa lo stato di festività, ed è stato spostato dapprima alla prima domenica di novembre e poi, dal 1953, quando ancora si lavorava sei giorni a settimana, al primo sabato tra il 30 ottobre e il 6 novembre. Quest'anno cade il 5 novembre, giornata in cui chi si trovasse nei paraggi potrebbe fare un giro al cimitero di Skogskyrkogården, a Stoccolma. Non soltanto perché, tramontando il sole già a metà del pomeriggio, l'atmosfera soffusa si riempie presto delle mille luci delle candele, ma anche perché il camposanto è il capolavoro funzionalista di una copia di architetti (Gunnar Asplund e Sigurd Lewerentz) che lo progettarono tra il 1915 e il 1940 ed è ora iscritto nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'Unesco. Costruito all'interno di un bosco, sfruttando come una risorsa la natura rigogliosa del luogo, il cimitero si fa testimone del passaggio dall'estate all'inverno, collocato, secondo l'antica cultura contadina svedese, proprio a cavallo di Ognissanti.
Il cimitero di Skogskyrkogården, Stoccolma
Un prato erboso tagliato di fresco, stand colorati, tende, cibo cucinato al momento o portato da casa, musica e canti: l'immagine potrebbe ingannare, ma lo scenario nel quale la folla gioiosa si incontra con aria di festa è un cimitero. Tutto questo accade nelle Filippine in corrispondenza di Ognissanti, un'occasione molto sentita dagli isolani che, se residenti altrove, la vigilia accorrono verso i loro villaggi di origine per passare la sera del 31 ottobre e i primi due giorni di novembre insieme alle loro famiglie, nell'onorare il ricordo dei loro defunti.
Come anche in altri paesi, la preparazione comincia già alcuni giorni prima, tempo dedicato alla pulizia e alla ritinteggiatura delle tombe, che vengono poi decorate con fiori e candele. La festa vera e propria è intesa dai credenti come una sorta di allegro incontro che coinvolge non soltanto i vivi ma anche i morti in un'intima manifestazione fatta di cibo e musica, in un'estrema condivisione di qualche ora piacevole con i propri cari e con l'aldilà. Per una serata e anzi addirittura spesso per una notte, la gente passa il tempo al cimitero, dove si mangia, si fa festa e, perché no, si dorme. Ed ecco apiegato anche il perché delle tende e dei materassi.
martedì 1 novembre 2016
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