Ioan Petru Culianu, 25 anni dopo. L’intervista “perduta” su Mircea Eliade
Nell’autunno del 1984 Andrei Oișteanu (n. 1948), antropologo e storico delle religioni, va a trovare Ioan Petru Culianu all’Università di Groninga, in Olanda, dove questi insegna dal 1976. Con l’occasione, lo sottopone a una lunga intervista, che uscirà l’anno dopo sulla Revista de Istorie şi Teorie Literară con il titolo “Ricostituzioni della mitologia romena”. Come racconta lo stesso Oișteanu, non fu di certo facile pubblicare quel colloquio. Parecchie redazioni lo rifiutarono: il regime comunista considerava ancora lo studioso romeno – che nel 1972 aveva chiesto asilo politico in Italia – un esule e un traditore. Quando infine esce, due domande vengono comunque tagliate. Riguardano il rapporto di Culianu con Eliade, personaggio dell’esilio romeno “scottante” per la censura di Ceaușescu. Le riportiamo di seguito, per la prima volta tradotte in italiano.
Signor Culianu, da molti intellettuali è considerato un discepolo e prosecutore di Mircea Eliade. Qual è la sua idea a riguardo? Cosa deve a Eliade e dove, invece, le vostre strade divergono?
Ho sempre detto di essere un discepolo di Mircea Eliade nella misura in cui è lui a riconoscermi come tale. Poiché, in diverse occasioni, questo riconoscimento c’è stato, be’, allora posso dire di essere suo allievo. A Eliade mi lega tutta la mia esistenza, dato che ho cercato di diventare storico delle religioni da quando, al primo anno di università, durante una crisi di identità che molti attraversano, ho preso in mano i suoi libri… Il sogno si è avverato poiché ho avuto occasione di stargli vicino, studiare con lui negli Stati Uniti e ho potuto beneficiare più volte della sua attenzione benevola – a partire dai suggerimenti che mi diede per i miei primi articoli, fino alle prefazioni ai miei ultimi libri usciti [Esperienze dell’estasi ed Eros e magia nel Rinascimento, entrambi del 1984].
Se, invece, parliamo dell’importanza di Eliade nella cultura romena… Ho capito bene la sua domanda o mi sono allontanato dall’argomento?
Continui, ciò che sta per dire è molto interessante…
Credo che Mircea Eliade sia il teorico di una scuola che non ha ancora dato molti frutti, ma che, indubbiamente, li darà. Dobbiamo considerarlo come uno storico. Non dimentichiamoci la sua grande ammirazione per lo storico Nicolae Iorga[1]; da adolescente si era identificato in lui, nel bene come nel male. Nemmeno dopo la rottura con Iorga smise di farlo. Eliade ha cercato di superarlo e, senz’altro, lo ha superato molto come storico. In Romania molti sono i discepoli di Iorga, meno quelli di Eliade. Eppure, credo che il modo d’interpretare i documenti storici di Eliade rappresenti un passo enorme sul piano qualitativo, rispetto quello praticato da Iorga.
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[1] Nicolae Iorga (1871-1940), storico (noto soprattutto come medievista, bizantinista e slavista), critico letterario, scrittore, accademico e uomo politico romeno. In italiano, esiste una biografia scritta dalla nipote Bianca Valota Cavallotti, Nicolae Iorga, Guida, Napoli, 1977.
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