giovedì 21 luglio 2016

Il retaggio delle Grandi Madri in Oriente: il culto delle Yogini

Il Culto Yoginī: Mitologia e Affiliazione Tantrica





Interno del Tempio Yoginī, Hirapur
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 le immagini sono state tratte da https://www.facebook.com/marialuisasales1?fref=nf&pnref=story  ringrazio e mi congratulo per i bellissimi articoli nonché immagini di Marialuisa Sales

Le origini del Culto Yoginī sono abbastanza oscure, come V. Dehejia ha mostrato, ed è un culto che ha connessioni profonde con le tradizioni rurali e tribali. ‘Volendo cercare le origini delle Yoginī, pare che dobbiamo rivolgerci ai semplici culti di villaggio e alle Grama-devata, le dee locali’, ognuna delle quali presiedono per il benessere del villaggio. Gradualmente sembra siano state trasformate, Dehejia continua, e in aggiunta:

Furono consolidate in un potente raggruppamento numerico di sessantaquattro (qualche volta di ottantuno, altre di quarantaquattro), acquisendo di conseguenza un carattere totalmente diverso. Fu il Tantrismo che elevò queste divinità locali, donando loro nuova forma e vigore quale gruppo di dee che potevano elargire poteri magici ai loro adoratori. La filosofia, i rituali e il culto di queste divinità, assieme ad altre originariamente non-Brahmaniche, sono state raggruppate nella categoria Tantra, dando loro legittimazione nell’Induismo successivo.

E’ probabilmente dovuto a quest’origine localizzata il fatto che non ci siano due liste identiche di nomi di Yoginī e che, tra gli Yoginī-Pītha sopravvissuti, ci sono solo poche figure comuni che possono essere identificate da un tempio all’altro, cioè, ciascun ‘gruppo di Yoginī scolpito in ogni santuario rappresenta una tradizione indipendente e localizzata’.
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Quantunque il termine Yoginī permetta un differente numero d’interpretazioni, è la sua associazione con la magia e la stregoneria, e i supposti poteri occulti acquisiti per mezzo dei riti esoterici, come notato da Dehejia, che appare principale tra la popolazione in generale e che è enfatizzato soprattutto nei testi letterari che evidenziano la soggezione e il terrore con cui erano percepite. Si credeva, per esempio, che le Yoginī avessero il potere di trasformare gli esseri umani in animali e uccelli per mezzo di un cordone magico, come nella storia della cortigiana Anangasena (in effetti una Yoginī) e il principe Uttamacaritra nel Uttamacaritrakathanaka, o come narrato in numerosi racconti nel Kathasaritsagara, nel Rajatarangini di Kalhana, e nel Malatimadhava di Bhavabhuti. In queste storie le Yoginī, con le Dākinī e le Sākinī, avevano l’abilità di muoversi nell’aria. A gruppi usualmente visitavano i cimiteri e veneravano Bhairava con formule magiche. Formazioni circolari come i Chakra e i Mandala, la nudità e il consumo di carne umana sembrano essere stati considerati una parte integrale dei loro riti. Sebbene queste Yoginī-streghe formino una categoria separata da quella delle Yoginī dei Yoginī-Pītha, nella parlata popolare e persino in vari testi sono spesso interconnesse, inspirando un profondo senso di paura e terrore nella persona comune che generalmente si riferisce a loro con ‘toni sommessi’, o per nulla, credendo che si possa essere maledetti per un buon numero di ragioni. Un timore simile appare anche nei testi precedenti riguardo le Apsara che, sebbene generalmente affascinanti e associate ad avventure amorose, parimenti potevano cambiare la loro forma, erano particolarmente note per la loro irascibilità, e erano svelte nell’emettere maledizioni.


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Il Brahmanda Purāna, che incorpora il ben noto poema Lalita-Sahasranama, conclude la sezione con l’ammonimento che chiunque perda il senno impartendo il poema a un non iniziato, sarà maledetto dalle Yoginī! Incorrere nella maledizione delle Yoginī, come notato da Dehejia, è ritenuto un destino peggiore della morte. Secondo il Jnanarnava Tantra (13.4) la persona che trasmette conoscenza sacra e segreta a un non iniziato diventerà cibo per le Yoginī.

Dehejia postula quattro tradizioni maggiori associate al culto delle Yoginī, come palesato nei Yoginī-Pītha: (1) Yoginī come aspetto della Devī; (2) come divinità accompagnatrici della Grande Dea; (3) come accolite della Grande Dea: le Mātrkā; (4) come Dee patrone dei Kaula. 

Nella prima tradizione (1) basata su un’analisi delle liste di sessantaquattro Yoginī contenute in diversi testi Puranici, le Yoginī erano considerate aspetti variabili della Grande Dea che, attraverso queste Yoginī, manifestava la totalità della sua presenza, come in una lista nello Skanda Purāna. Tra questi nomi possiamo ricordare Durga, Gauri, Katyayani, Śivadhuti, Camunda, Mahamaya, Bhramari, Bhagavatī, Śivā, Sankaraprya, Tripurā, Bhadrā, Mahābhadrā, Santikari, Vedarthajanani, ecc. Questo appare analogamente riflesso nel Phetkarini Tantra il quale dichiara che Devī, nella sua forma di Smasana-Kalika, deve essere adorata assieme al circolo delle Yoginī, e seguita da Mahakala. Ciò è vero anche nel Chandi Purana dell’Orissa, scritto da Sarala Dasa nel quindicesimo secolo, il quale dichiara che le sessantaquattro Yoginī erano state create da differenti parti del corpo della Devī – dalla sua voce, sudore, ombelico, fronte, guance, labbra, orecchie, membra, unghie delle dita, grembo e anche dalla sua collera. Lo Skanda Purāna, nella sezione Arunachalamahatmyam, ci dice ugualmente che Devī creò il circolo delle Yoginī dal suo stesso corpo per aiutarla a combattere il demone Mahisa mentre il Devī Bhāgavata Purāna, descrivendo Manidvīpa (dimora della Devī Bhuvaneśvarī), include una lista di nomi dei sessantaquattro aspetti della Devī, cui si riferisce come sessantaquattro kāla. Sembra evidente, come inoltre evidenziato da Dehejia, che questa assimilazione delle Yoginī alla Grande Madre avvenne in uno stadio molto successivo rispetto alla originale emergenza del concetto delle Yoginī nei Yoginī-Pītha. Come tale appartiene a uno stadio durante il quale la venerazione di queste dee era diventata ‘così inoppugnabile che la tradizione ortodossa ammise la necessità di incorporarne il culto nel suo sistema’.



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Nella seconda tradizione (2), secondo cui Yoginī è usato per determinare dee minori come accompagnatrici della Devī o come sue attendenti, secondo Deheja il concetto molto probabilmente evolve dalla precedente tradizione di Śiva con una schiera di Gana come accompagnatori, questi Gana essendo spesso descritti o raffigurati con corpi umani e teste di vari uccelli e animali. NelKāśī-khanda dello Skanda Purāna circa metà delle sessantaquattro Yoginī ha testa di animale o uccello mentre nel (Tantrico) Kaulajnananirnaya, in risposta alla domanda di come le Yoginī vagano in terra, Śiva elenca le forme che assumono, includendo la colomba, l’avvoltoio, il cigno, il gufo, la gru, il pavone, lo sciacallo, il caprone, il bue, il gatto, la tigre, l’elefante, il cavallo, il serpente e la rana. Le Yoginī sono parimenti rappresentate in sculture e dipinti con teste di uccello o animale. Nel Yasastilaka di Somadeva (CE 939), il testo si riferisce a loro come Mahāyoginī che servono la temuta dea Chandamārī (Chāmundā). Quando discendevano al calar della notte, attraversando il cielo a una velocità tale da scarmigliare le ciocche dei loro capelli, il loro avvicinarsi era annunciato dallo scampanellio e dal risonante tintinnio di una miriade di piccole campanelle che decorano i loro Khatvānga:

I motivi ornamentali sulle loro guance erano dipinti col sangue, lambito dai molti serpenti che adornavano le loro orecchie. Sopra le loro teste decorate con teschi umani si libravano avvoltoi giganti che schermavano i raggi del sole. Scintille sprizzavano dal terzo occhio sulla loro fronte. I volti di queste Yoginī erano veramente terribili da guardare poiché esprimevano arroganza, emettendo un tremendo e terrificante suono phetkara.

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Nel Lalita-Sahasranama del Brahmanda Purāna, ‘Colei che è servita da 64 crore (1 crore = 10 milioni) di Yoginī’ è uno dei mille titoli della Dea mentre il Kālī Tantra descrive Kālī (Syama) come accompagnata da mille Yoginī. Il Mahabhagavata Purāna (59.63) descrive ugualmente le Yoginī come servitrici e funzionarie di Kālī mentre nel Kalika Purana diversi gruppi di Yoginī sono elencati come attendenti di varie forme della Devi. Nell’ultimo testo (61.21-2) è specificato che Mahisamardini deve essere sempre meditata come costantemente racchiusa da otto Śakti (Yoginī); Ugrachanda, Prachanda, Chandogra, Chandanayika, Chanda, Chandavati, Chāmundā e Chandi. Altrove (62.50-2) è detto che le otto belle Yoginī (Ugrachanda, ecc.) devono essere venerate, e anche le sessantaquattro Yoginī, e le dieci miloni di Yoginī, come anche le nove Durga. Più avanti (63.35-116), otto Yoginī sono assegnate a ognuna delle altre sette forme della dea (Vaisnavi, Bhadrakali, Ugrachanda, Raudrani, Ugratara, Kausiki e Kālī/Tara) mentre dodici Yoginī sono assegnate a Śivaduti; ‘queste dodici Yoginī di Śivaduti sono sempre lì, ovunque la dea stessa vada. Così come le Yoginī delle altre (dee) sono sempre loro accompagnatrici.’ Altrove nel Kalika Purāna (67.6-13) ci sono liste di Ksetrapala e Nayaka che devono essere adorate assieme alle Yoginī e Nayika o Mātrkā, suggerendo una relazione tra le Yoginī della Devi con i Bhairava di Śiva mentre nel Isanasiva Gurudeva Paddhati un gruppo di sessantaquattro Kanya sono propiziate come Gananayika.


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Che le Yoginī come accompagnatrici della Devi avevano uno status più elevato e persino più grande rispetto ai Gana di Śiva è evidente dal fatto che avevano braccia multiple, sono accompagnate da attendenti, e sono dotate di cavalcatura (veicolo) come nel caso delle divinità. Nel Agni Purāna (52.1-9), per esempio, dove le Yoginī al servizio della Devi sono divise in otto gruppi che risiedono nelle otto direzioni, è dichiarato che devono essere rappresentate con aventi otto o quattro braccia e possono brandire armi a loro scelta. Sebbene il numero delle Yoginī che servono come attendenti alla Devi varia da testo a testo, a un certo punto il numero venne convenzionalizzato in sessantaquattro, benché i loro nomi, descrizioni e attributi non sembrano essere stati standardizzati. Questo concetto delle Yoginī come divinità attendenti della Devi, secondo Dehejia, ‘sembra sia apparso come significato dell’incorporazione di queste dee nel recinto ortodosso’.

La terza tradizione (3), che fa derivare le sessantaquattro Yoginī dalle Astamātrkā, è menzionata nel Agni Purana (146.3-21). Di conseguenza, sono divise in gruppi di otto ognuno dei quali descritto come appartenente alla famiglia (Kula) di una o dell’altra delle otto madri, o come nate da una Mātrkā. Ancora, come notato da Dehejia, un tale concetto sembra essere comparso con l’assimilazione delle Yoginī nell’ortodossia. Che divenne una tradizione accettata è evidente in numerosi testi, compreso il commentario al Lalita-Sahasranama di Baskararaya e due racconti dalKhatasaritsagara. Nella prima storia di quest’ultimo testo, Chandrasvamin vide una cerchia di Mātrkā guidato da Narayani. Avevano con loro numerosi doni da offrire a Bhairava, che stavano attendendo impazientemente. Bhairava, signore del gruppo delle Mātrkā, arrivò appena dopo che Narayani aveva spiegato il motivo del suo ritardo. Le Mātrkā offrirono i loro doni a lui che poi iniziò a danzare e a divertirsi con le Yoginī, suggerendo che le Mātrkā comprendevano le Yoginī oppure che il termine Yoginī è usato come sinonimo di Mātrkā. La seconda storia, raccontata da Kandarpa, contiene un episodio in cui una schiera di Yoginī emerse apparentemente da un gruppo di Mātrkā, sebbene nella seconda parte del racconto l’aspetto umano di strega sia enfatizzato, come il volare nell’aria. Numerosi altri testi, parimenti, suggeriscono che i termini Yoginī e Mātrkā erano occasionalmente usati come sinonimi, come nella sezione Arunachalamahatmyan delloSkanda Purāna alle ‘Madri della cerchia delle Yoginī’, o l’Agni Purāna (52.1-13) che, dopo aver citato le sessantaquattro Yoginī, dichiara che Bhairava deve essere adorato al centro delle Mātrkā, mentre nel Kularnava Tantra (8.32), Bhairava è descritto al centro delle Yoginī, circondato dal mandala delle Mātrkā. Nel Kalika Purāna (63.86-8) le Astamātrkā sono elencate come le otto Yoginī di Kausiki. Nel descrivere la venerazione di Durga nel Brahmavaivartta Purāna (2.64.75-90), le Yoginī sono separate ma associate con le Mātrkā, le Navadurga e i Bhairava. Dopo aver venerato la Devi con sedici ingredienti, le otto accompagnatrici (Ugra-Chanda, ecc.) della dea, su un fiore di loto con otto petali, dovrebbero essere venerate, e poi nel centro dovrebbe adorare gli otto Bhairava e nel cuore del loto nove Mātrkā. ‘Poi il saggio dovrebbe venerare le sessantaquattro Yoginī, offrire sacrifici e onorare la dea’.


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Nel Tantrasara, dove le parole Yoginī, Yaksini e Nayika sono usate come sinonimi, ci sono diversi gruppi di Yoginī, solitamente combinate in numero di otto, anche se lo specifico gruppo di sessantaquattro è menzionato una sola volta. L’intera Yoginī-sādhanā di questo testo è citata nel Bhutadamara Tantra.
Nel Linga Purāna (82.95-7), è riportato che le Yoginī accompagnano le Astamātrkā, sebbene il loro numero specifico non sia menzionato. Nel Padma Purāna (VI.18.110-29) le sessantaquattro Yoginī, comprese le Mātrkā, sono attendenti di Śiva convocate a divorare le carni del demone Jālandhara, decapitato dal dio. Dopo aver concesso loro benefici durante la battaglia, Śiva venne raggiunto da Pārvatī, e nel giubilo disse alle Yoginī: ‘Bevete il sangue sul tronco di Jālandhara’. Udendo queste parole furono molto liete e,

Dopo aver mangiato la carne, il midollo e bevuto il sangue, le Yoginī danzarono con gioia e, vedendo il loro divertimento, Śiva ne fu compiaciuto. Prendendo la sua forma Bhairava, egli bevve il sangue con loro. Il gruppo di Yoginī aveva zanne affilate e corpi enormi. Persino oggi, in questo momento, stanno afferrando la carne e perciò il demone Jālandhara, ucciso in battaglia, non si rialza.

Continua...

2 commenti:

Associazione Culturale Orchestès ha detto...

Mi scusi, sono state prelevate foto in questo articolo dal mio sito e dal mio profilo facebook. Potrebbe perfavore inserire i credits: Marialuisa Sales - Www.danzamitologica.com

Associazione Culturale Orchestès ha detto...

Mi scusi, sono state prelevate foto in questo articolo dal mio sito e dal mio profilo facebook. Potrebbe perfavore inserire i credits: Marialuisa Sales - Www.danzamitologica.com