Incantesimi d’amore e morte nella Serbia del IV secolo
Gli archeologi stanno cercando di decifrare alcune formule magiche incise su piccole lamine in oro e argento che hanno trovato al fianco di scheletri umani sepolti quasi 2.000 anni fa.
L’archeologo responsabile dello scavo Miomir Korac ha riferito a Reuters che l’alfabeto utilizzato per le formule magiche è greco, ma il linguaggio è aramaico.
Gli scheletri, risalenti al IV secolo della nostra era, sono stati trovati ai piedi di una grande centrale elettrica a carbone, sito in cui le ricerche sono attualmente in corso, prima che un’altra unità della centrale elettrica venga eretta nell’area che ospitò un’antica città romana.
Nella prima settimana di agosto, dopo aver attentamente ripulito la terra dalle ossa rinvenute, la squadra di Korac ha trovato due amuleti di piombo che, una volta aperti, hanno rivelato piccoli rotoli di metallo prezioso – argento e oro – coperti di simboli e scrittura.
Essi credono che le iscrizioni siano formule magiche, portati nelle tombe per invocare l’aiuto divino in incantesimi o rituali benefici o malefici.
“Abbiamo letto i nomi di alcuni demoni, che sono collegati al territorio della moderna Siria”, ha detto l’archeologo Ilija Dankovic.
I fragili rotoli di argento e oro, che una volta srotolati si presentano delle dimensioni di una carta da cioccolatino, potrebbero non venire mai compresi appieno.
I fragili rotoli di argento e oro, che una volta srotolati si presentano delle dimensioni di una carta da cioccolatino, potrebbero non venire mai compresi appieno.
Sono i primi oggetti del genere scoperti in Serbia, ma assomigliano ad amuleti di “magia vincolante” ritrovati in altri paesi, secondo quanto riferisce Dankovic. “Erano spesso incantamenti d’amore, imponendo su qualcuno la volontà di farlo innamorare, ma anche oscuri, maledizioni crudeli, qualcosa del tipo: ‘possa il tuo corpo cadere morto, fredda e pesante come questo piombo'” precisa.
Le formule venivano preferibilmente sepolte con bambini morti o adulti che avevano subito una morte violenta, aggiunge Dankovic, per la convinzione che “le anime di queste persone impiegassero più tempo per trovare pace e avessero quindi una migliore probabilità, nel loro vagare, di incontrare demoni e divinità a cui consegnare i desideri a loro affidati.
Il sito
Viminacium fu un’importante città dell’Impero romano, capitale della provincia della Mesia. La città era localizzata vicino alla moderna Kostolac.
Fondata nel I secolo sulle rive della Mlava, affluente del Danubio, durante la seconda parte del principato di Augusto o nella prima parte di quello di Tiberio. Sotto l’imperatore Claudio, in seguito all’annessione della Tracia avvenuta nel 46, il sito militare ospitò una fortezza legionaria. La nuova fortezza divenne in seguito sede della Legio VII Claudia. Fu importante “quartier generale” delle truppe romane, qui acquartierate,che condussero la prima campagna militare sotto Traiano (anni 101 e 102) contro le truppe daciche di Decebalo.
Fondata nel I secolo sulle rive della Mlava, affluente del Danubio, durante la seconda parte del principato di Augusto o nella prima parte di quello di Tiberio. Sotto l’imperatore Claudio, in seguito all’annessione della Tracia avvenuta nel 46, il sito militare ospitò una fortezza legionaria. La nuova fortezza divenne in seguito sede della Legio VII Claudia. Fu importante “quartier generale” delle truppe romane, qui acquartierate,che condussero la prima campagna militare sotto Traiano (anni 101 e 102) contro le truppe daciche di Decebalo.
Si ritiene che l’anfiteatro rappresentato sulla colonna di Traiano a Roma, nella scena n.25 (secondo la classificazione del Cichorius) sia proprio quello di Viminacium, dove l’imperatore romano si era ritirato durante l’inverno del 101/102. Viminacium ricevette il rango di municipium sotto Adriano e all’inizio del II secolo, divenne la capitale della Mesia superiore.
Nella zona soggiornò Costantino I durante le sue campagne sarmatiche e gotiche degli anni 317-323. Alla sua morte, avvenuta nel 337, i tre figli Costante I, Costantino II e Costanzo II, convocarono una conferenza nella città per decidere la suddivisione dell’Impero lasciato loro in eredità dal padre.
Viminacium fu distrutta nel 441 dagli Unni. La sua parziale ricostruzione come forte di frontiera avvenne sotto l’imperatore Giustiniano I. Questa roccaforte fu definitivamente distrutta degli Avari nel 584.
Viminacium fu distrutta nel 441 dagli Unni. La sua parziale ricostruzione come forte di frontiera avvenne sotto l’imperatore Giustiniano I. Questa roccaforte fu definitivamente distrutta degli Avari nel 584.
Gli scavi finora condotti hanno portato alla luce un anfiteatro per circa 12.000 spettatori, un acquedotto e le terme, oltre alle rovine della fortezza legionaria e delle canabae, ovvero gli insediamenti civili in cui numerosi veterani delle legioni della zona si stabilirono. Sono state indagate oltre 10.000 tombe e recuperati oltre 30.000 oggetti. Non a caso è stata ribattezzata la“Pompei dei Balcani“. È stata inoltre identificata qui la tomba dell’imperatore romano Ostiliano, che vi morì di peste nel 251, e che fu seppellito dal padre Decio.
Il video di NowThisNews
Articolo originale liberamente tradotto e ampliato da La Storia Viva
Parco Archeologico di Viminacium
Parco Archeologico di Viminacium
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