venerdì 5 agosto 2016

Un testo importante


Anche se Origene è morto da martire non è mai stato fatto santo, si dice perché si è castrato come esempio e poi sosteneva che l'inferno non era definitivo ma un luogo di espiazione e che la salvazione era per tutti gli uomini, uno dei pochi cristiani da rispettare!


Commento al Vangelo di Giovanni

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«Origene è, con Sant’Agostino, il più grande genio del cristianesimo antico» – ed è, sicuramente, anche «uno dei personaggi dell’antichità su cui siamo meglio informati» (Daniélou). Della vastissima produzione che ci è pervenuta del teologo alessandrino (Alessandria d’Egitto, 185 – Tiro, 254 d.C.) il Commento al Vangelo di Giovanni, composto tra il 225 e il 235 d.C., rappresenta l’espressione più sistematica e compiutamente organica del suo pensiero. La stesura del commentario fu suggerita ad Origene dall’amico Ambrosio, pagano convertito al cristianesimo, con lo scopo di proporre un’interpretazione “ortodossa” della teologia giovannea, contro l’interpretazione gnostico-valentiniana di Eracleone. Origene interpreta il quarto Vangelo interamente alla luce della tradizione platonica, determinando, in questo modo, un’evidente confluenza del neoplatonismo e della filosofia tardo-antica nel paleocristianesimo. Commentando particolarmente il Prologo, deduce una struttura teologica, che sarebbe impensabile senza il riferimento alla henologia neoplatonica: come l’Essere proviene dall’Uno, che è al di là dell’Essere, e nell’Uno ritorna necessariamente, così il Figlio proviene dal Padre, che è l’Uno, e in lui sempre ritorna...
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