lunedì 22 agosto 2016

La rete riesce a mettere in evidenza le colossali contraddizioni e i privilegi economici in Italia del vaticano

Vaticano nel mirino sul web.
I Radicali: i vescovi spieghino in tv


Risultati immagini per i privilegi assurdi del vaticano

Su «FB» in 95 mila aderiscono a un gruppo anti Chiesa sulla manovra. Il partito di Pannella chiede sostegno ma Pd e Idv tacciono

ROMA — È ancora polemica sulle agevolazioni fiscali concesse alla Chiesa. Con il segretario dei Radicali italiani, Mario Staderini, che dopo aver proposto un emendamento per reintrodurre l’Ici sugli immobili di proprietà del Vaticano, rilancia chiedendo un dibattito televisivo «perché gli italiani possano farsi un’idea».
E invita come controparte Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, quotidiano della Cei, che ieri dedicava ampio spazio alla questione: «Parlare male della Chiesa è una tentazione antica e ritornante, a molti dà fastidio perché sa ascoltare la gente, ne amplifica la voce e le attese, ne è sostenuta e la sostiene». In un editoriale di Patrizia Clementi si spiegava che «l’esenzione Ici non è costruita ad hoc per le istituzioni cattoliche ma riguarda tutte le attività non commerciali di rilevante valore sociale, anche laiche» e che «lo sconto del 50% sull’Ires si applica a soggetti no profit impegnati in opere di beneficenza e assistenza, non solo quelli di ispirazione cattolica», concludendo che «la rinuncia al gettito da parte dello Stato, o dei Comuni nel caso dell’Ici, non costituisce una privazione per la collettività ma il sostegno ad una meritoria opera i cui benefici ricadono sulla stessa comunità» e che altrimenti tornerebbero a carico dell’ente pubblico. Non la pensa così il popolo della Rete che affolla il web di proteste. Su Facebook sono già oltre 95 mila i «Mi piace» accanto al gruppo intitolato: «Vaticano pagaci tu la manovra fiscale». Si calcola che i mancati incassi relativi a Ici e Ires più gli introiti dell’8 per 1000 valgano intorno ai 3 miliardi di euro.
Replica Staderini che «nessuno vuole fare pagare l’Ici agli edifici di culto, quanto abolire l’esenzione per le attività commerciali svolte da enti ecclesiastici, come quelle ricettivo- turistiche, assistenziali, didattiche, ricreative, sportive e sanitarie, equiparandoli a chi fa le stesse cose senza insegna religiosa». Il segretario radicale sostiene inoltre che la riduzione Ires «opera a priori, indipendentemente dal fatto che gli enti facciano davvero beneficenza». Inoltre invita «il Pd ma anche Di Pietro e Vendola ad uscire allo scoperto ed esplicitare la propria posizione ». Ma almeno dal Pd per ora non arrivano adesioni. Dopo i no del presidente Rosy Bindi, condiviso dal leader Udc Pier Ferdinando Casini, ieri per i democratici ha espresso contrarietà Giorgio Merlo prendendo le distanze dall’«attacco strumentale alla Chiesa italiana sul tema dei cosiddetti privilegi fiscali» definendolo falso e tendenzioso. «Spiace rilevare che all’interno del Pd, notoriamente partito né anticlericale né laicista, spuntino dirigenti e singolari personaggi che appoggiano questa fantomatica battaglia contro l’azione caritativa e missionaria della Chiesa. Reminiscenza del passato o colpo di sole?».
Giovanna Cavalli
22 agosto 2011 08:28

Nessun commento: