Umberto Grancelli in compagnia del pittore Federico Bellomi nella Lessinia tanto amata da entrambi.
Scheda bio-bibliografica di Umberto Grancelli
Umberto Grancelli nacque il 4 marzo del 1904 da Floriano, insegnante di storia al Maffei (liceo classico di Verona) e da Elena Simeoni, sorella del grande studioso e divulgatore dell'arte e della storia veronese. I suoi testi pubblicati oltre al Piano di fondazione di Verona romana, furono: Il mistero di Verona romana, Preistoria veronese, Gli ominidi alla conquista del mondo e Il simbolo nella vita di GesĆ¹ opera in cui l'autore dĆ prova di tutta la sua profonda conoscenza etnico-religiosa ed ermetica (il testo originale ha l'introduzione dell'insigne studioso di metapsichica de Boni, dell'omonima fondazione e biblioteca bolognese Bozzano de Boni). Inoltre Grancelli lavorĆ² intensamente negli ultimi anni della sua vita ad un testo che doveva essere la summa delle sue ricerche, ma alla sua morte la sua biblioteca ed il suo ultimo lavoro furono persi, probabilmente a causa del disinteresse della moglie. MorƬ di cancro il 1° marzo 1970 e volle essere sepolto nella piccola tomba di famiglia senza nessuna foto e nemmeno il nome: la grande modestia che lo accompagnĆ² lo cottraddistinse anche nelle ultime volontĆ . Una grande persona di una umiltĆ sconcertante.
Personaggio strano per il suo tempo. Svolse il suo lavoro presso la provincia diventandone segratario generale, un'attivitĆ che gli permise di visitare tutta la Verona sotterranea e anche approfondire i luoghi insoliti dislocati nella provincia.
ContrastĆ² in piĆ¹ occasioni la liberalizzazione della caccia, ma suo malgrado dovette desistere per le disposizioni precise arrivate da Roma. Si interessĆ² alla salvaguardia degli strati piĆ¹ poveri della popolazione: per la loro sussistenza primaria e per l' assistenza sanitaria. Tenne rapporti con tutti i rappresentanti della cultura veronese del suo tempo, in particolare con Monsignor Ongaro (insegnante di aramaico antico, ebraico, greco e latino nel locale seminario) scambiĆ² per anni idee, confrontandosi con la grande conoscenza che il prelato aveva di antiche religioni e sembra che esistesse un carteggio fra i due, ricco di considerazioni sul cammino del cristianesimo, ed in particolare sulle numerose eresie cristiano-gnostiche dei primi secoli e sulle religioni antecedenti alla Chiesa Cattolica Romana. Frequentava molti circoli, sebbene non fosse accademico era invitato a tenere conferenze nella stessa Accademia di Agricoltura di Via Leoncino. Negli ultimi anni frequentĆ² anche un gruppo ufologico senza perĆ² intervenire attivamente, la sua insaziabile curiositĆ lo portava ad interessarsi di tutto ciĆ² che lo lambiva. Molti lo ricordano come persona anche dalla battuta mordace, ma a lui interessava soprattutto l'uomo e l'umanitĆ e la sua vita fu spesa a rispondere alle eterne domande: chi siamo,da dove veniamo e dove andiamo.
Alla sua morte fu operata, da parte dell'intelligenza veronese, una sorta di "dannatio memoriae": venne rimosso dal mondo cattolico date le sue idee paganeggianti, ma anche la sinistra lo volle rimuovere dato che il suo nome era legato al fratello Luigi, avvocato che aderƬ di slancio al fascismo senza perĆ² macchiarsi di nessuna infamia. Chi ancora oggi legge il suo testo chiave Piano di fondazione di Verona romana ne resta affascinato per il viaggio mandalico che l'autore intraprende in una cittĆ completamente sconosciuta e da scoprire pagina per pagina. Fuori dalle solite banalitĆ turistiche e di luoghi comuni, ma per conoscere una cittĆ diversa, con i sui riti di fondazione, vicina alla tradizione prisca legata per allineamenti ad altre cittĆ sacre ed importanti come: Firenze, Pavia, Rimini, Padova, Milano, Parigi e Roma.
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