domenica 20 maggio 2012

Sempre Bertone Cardinal di Stato Pontificio!

................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ L’arrivo di Bertone in Vaticano coincide con l’istituzionalizzazione del malaffare e della corruzione. Si porta dietro uomini equivoci che aveva conosciuto e usato a Genova, come Giuseppe Profiti, ieri vicepresidente dell’Ospedale Galliera del quale è presidente, per statuto/testamento, il vescovo di Genova. Indagato e sotto giudizio, quasi per sfida contro la giustizia italiana, lo ha portato al suo seguito a Roma, nominandolo presidente dell’ospedale vaticano del Bambin Gesù. Dietro a lui corre il delfino di cardinali e preti, Marco Simeon, giovane rampollo scaiolano e, a quanto pare, vicino all’Opus Dei. Non si capisce come mai costui, così giovane abbia fatto una carriera sfolgorante all’ombra della curia di Genova. Cosa avrà di così «speciale» e acuto questo belloccio oggi di 35 anni che da almeno dieci è prediletto da cardinali e vescovi e curiali? Forse non si può dire, ma si può immaginare. Il belloccio, oggi in un posto chiave della Rai, a Genova organizzava per Natale i «Cardinal dinner» con la Genova danarosa, quella solitamente affollata da evasori, truffatori, intrallazzatori che si riunivano al palazzo del porto attorno al cardinale Bagnasco, che, ingenuo, non si accorgeva di nulla. Scrissi anche un pezzo su Repubblica (edizione locale) che fece solo il solletico e il cardinale prese circa 120 mila euro da questo sforzo da ernia che i ricchi pagani fecero quella sera pur di farsi fotografare con una tonaca paonazza. Misteri della fede! Bertone non ha l’intelligenza di Richelieu né la furbizia di Mazzarino, egli è solo un esemplare rappresentante di un pontificato che lo ha scelto con scienza e coscienza, per cui il papa è responsabile in prima istanza di tutta la corruzione che scorre come una cloaca a cielo aperto sulla tomba di San Pietro. Attorno alla tomba del principe degli apostoli, prosperano malaffare, prostituzione, specialmente maschile, evasione, ricatti, maldicenza, invidia, soprusi, delitti di ogni genere come si conviene a una istituzione che si ispira al vangelo di Gesù Cristo, il povero illuso che credeva di dare una svolta al mondo, mentre finì per dare una spinta all’indicibile che con Bertone ha raggiunto l’abisso della desolazione e dell’indecenza. Povero Cristo! Predicò il Regno di Dio e spuntò Bertone e tutto il brodo di cottura che lo ha nutrito: Vaticano, cardinali, sistema clericale, connivenza con la malavita organizzata attraverso lo Ior e il governo Berlusconi, protetto e garantito dal malaffare clerico-fascista che oggi domina la struttura ecclesiastica e il sistema perverso di potere che regge il Vaticano, facendo di tutto la Geenna della lordura e dell’abiezione. Sergio Rizzo a proposito scrive sul Corriere della Sera il 25 gennaio scorso, col titolo esplicito de «La corruzione in Vaticano che il papa non vede»: “La parola è sinonimo di malaffare e degrado morale. Ma se a pronunciarla è un altissimo prelato vicino al Papa, come rivela questa sera Gli intoccabili, il programma d’inchiesta del giornalista Gian Luigi Nuzzi che va in onda su La7, allora vengono i brividi. «Corruzione» è proprio il termine che quel monsignore usa per descrivere in una clamorosa lettera a Benedetto XVI l’incredibile situazione che si è trovato davanti dopo aver assunto nel luglio del 2009 il delicatissimo incarico. Una bomba sganciata nelle stanze del potere vaticano il 27 marzo del 2011, nell’estremo tentativo di sventare una manovra di corridoio che culminerà con la sua rimozione. «Un mio trasferimento provocherebbe smarrimento in quanti hanno creduto fosse possibile risanare tante situazioni di corruzione e prevaricazione », scrive Viganò al Papa. Facendo capire a Joseph Ratzinger di non essere affatto isolato: «I cardinali Velasio De Paolis, Paolo Sardi e Angelo Comastri conoscono bene la situazione»”. Ironia della sorte, nel calendario cattolico il 25 gennaio ricorre la festa «Conversione di san Paolo»! Non San Paolo ha portato frutti di conversione, ma Silvio Berlusconi ha effuso nei suoi complici e maestri frutti abbondanti di corruzione. A quando una purificazione dell’aria in Vaticano e nella Chiesa dei cardinali? Perché gli uomini di Chiesa, spinti da un istinto naturale, frequentano uomini perversi e corrotti? Su di loro ha sentenziato il Vangelo, che li ripudia senza ombra di dubbio: «2Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei … 25Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza … 27Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. 28Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità» (Mt 23,2.25.27-28). Medita, Bertone, medita! http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/01/bertone-prove-dell%E2%80%99esistenza-satana/188283/

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