sabato 11 luglio 2020

Colonna del serpente – S. Ambrogio (MI)

Storie di Milano: Il Serpente di Mosè nella basilica di Sant'Ambrogio
La colonna si trova nella basilica di sant’Ambrogio, patrono della città di Milano.
Secondo la tradizione popolare su questo fusto di colonna in granito, forse appartenente alla fase del IV secolo della basilica, poggia il serpente in bronzo fatto fondare da Mosè nel deserto.
Appena collocato nella basilica di S.Ambrogio, i milanesi considerarono il serpente un oggetto magico con proprietà taumaturgiche capace di guarire le malattie intestinali e i vermi.
La leggenda riserva ancora altre sorprese: narra che il giorno del giudizio universale il serpente prenderà vita, scenderà dalla colonna e ritornerà alla Valle di Josafat dove le mani di Mosè lo forgiarono.
In realtà il manufatto è di probabile origine bizantina e fu qui collocato intorno all’XI secolo.
Nella stessa epoca al serpente venne contrapposta, dall’altra parte della navata una croce in bronzo, anch’essa poggiante su una colonna in granito
Cuore di storia e spiritualità, scrigno d’arte sacra, la Basilica di Sant’Ambrogio rappresenta insieme al Duomo il fulcro della vita spirituale di Milano.
Una grande devozione popolare ruota intorno alla basilica, da sempre meta di pellegrinaggi e di visitatori. La basilica è un magnifico esempio d’architettura romanica lombarda.
Costruita tra il 379 e il 386 era in origine chiamata “Basilica Martyrum” per volere di Sant’Ambrogio. Sorta al centro di una vasta area riservata a sepolture cristiane e caratterizzata dalla presenza di piccole celle in memoria dei martiri, la basilica, dedicata ai martiri Gervasio e Protasio, era inizialmente destinata ad accogliere la tomba del fondatore. Attualmente i resti di Gervasio, Protasio e Ambrogio sono collocati in un’urna d’argento posta sotto l’altare.
Dalla navata centrale lo sguardo corre subito al fulcro della basilica: il ciborio, un baldacchino ornato da stucchi lombardo bizantini, un elegante luogo sostenuto da quattro colonne romane che racchiude e custodisce il capolavoro dell’arte carolingia : l’Altare d’Oro

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