Da il Fatto Quotidiano
Itri, il mitreo minacciato dalla cava che diventerà discarica
“Nel corso di una ricognizione per la compilazione della carta archeologica del territorio di Itri e Gaeta, in località S. Giacomo, ai piedi del Monte Cefalo, al confine fra i territori dei citati Comuni, mi è capitato di imbattermi nelle strutture superstiti di un’imponente villa romana, che mostra tuttora, in una delle concamerazioni, la testimonianza della sua trasformazione in un sacello pagano”.
Era il 1979 quando Marisa De Spagnolis pubblicava una piccola monografia su “Il mitreo di Itri”, impiantatosi nel II secolo d. C. sui resti di una grandiosa villa a terrazze datata al I secolo d. C.
Ambienti sostruttivi in opera reticolata, in parte utilizzati come cisterne, già allora in precarie condizioni di conservazione. La conoscenza di quel sito, la documentazione di dettaglio dell’esistente, non ha comportato alcun tipo di tutela. Nessun tentativo di valorizzazione. Così, a distanza di trentasei anni dalla divulgazione, ogni cosa è com’era. Quasi. All’abbandono si è aggiunta la minaccia. Quella della cava Cardi. Sempre più vicina all’area archeologica. Fino a metterne a repentaglio la conservazione.
Ambienti sostruttivi in opera reticolata, in parte utilizzati come cisterne, già allora in precarie condizioni di conservazione. La conoscenza di quel sito, la documentazione di dettaglio dell’esistente, non ha comportato alcun tipo di tutela. Nessun tentativo di valorizzazione. Così, a distanza di trentasei anni dalla divulgazione, ogni cosa è com’era. Quasi. All’abbandono si è aggiunta la minaccia. Quella della cava Cardi. Sempre più vicina all’area archeologica. Fino a metterne a repentaglio la conservazione.
Basterebbe già questo per gridare, sperando che qualcuno ascolti e provveda. Insomma che sorvegli il sito, mettendolo in salvo. Il problema è che anche la cava sembra a rischio. Constato che l’estrazione di calcare è vicina alla conclusione, la proprietà, nel novembre 2010, ha presentato alla Direzione Regionale Ambiente Area Rifiuti Regionale un progetto di riconversione dell’invaso in “impianto di recupero di rifiuti non pericolosi”. Ne sono seguite procedure di integrazione della documentazione fino all’aprile 2011 quando ottiene il parere positivo dell’Area Difesa del Suolo e Concessioni Demaniali e, successivamente, al febbraio 2012 quando l’Area Valutazione impatto ambientale e valutazione ambientale strategica della Direzione Regionale Ambiente concede la sua autorizzazione.
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