martedì 12 maggio 2015

Lo sciamanesimo che ha resistito all'epurazione Sovietica

Sciamani sulle sponde del Bajkal


Repubblica della Buryatia, Siberia, sponde del Bajkal, mattina presto, tutti fuori dalle yurte (le tipiche tende circolari di origine mongola) per presenziare al rituale: la sciamana ringrazierà lo spirito del lago, per l’offerta occorrono latte e riso, delle ciotoline di rame o d´argento e… un religioso silenzio.
Nadia Stepanova, presidente degli sciamani della Repubblica di Buriazia
Nadia Stepanova
Lei è Nadia Stepanova, sciamana buryata membro del Consiglio interreligioso dell’Unesco, lui è spirito del lago, noi siamo quelli che “è già tardi, tutti fuori dalle yurte”. Siamo un gruppo di italiani venuti in Siberia chi per una missione umanitaria, chi proprio per incontrare Nadia Stepanova, chi per interesse antropologico, chi per la semplice voglia di viaggiare, chi… forse per caso.
Nadia Stepanova indossa il suo costume blu e un copricapo con visiera con frange per proteggerla dagli spiriti; al collo il tooloj, una specie di medaglione, detto lo specchio dello sciamano, forgiato in una lega di cinque metalli, pendente proprio sul chakra del cuore.
La cerimonia ha inizio. Alcuni entrano subito nella parte perché condividono la via dello sciamanesimo: loro vedono spiriti, colonne di cavalli alzarsi dal terreno, immagini vibrare nel fuoco… altri partecipano in religioso silenzio sentendo che qualcosa sta succedendo anche se non comprendono bene cosa; altri ancora hanno sonno e basta. L’umanità è varia ma tutti restano in piedi, a capo coperto, sulle rive del lago più grande del pianeta, forse il più bello del mondo, certi che comunque partecipare a un rito non possa fare altro che nutrire la propria spiritualità, qualunque orientamento essa abbia.
Latte per lo Spirito del lago
Latte per lo Spirito del lago
Finito il rituale tutti sul pullmino per raggiungere un villaggio ad alcune ore di strada, per assistere all’iniziazione di uno sciamano del clan dei lupi.
Sembra di essere nel far west: strade polverose, steccati mal messi, case di legno con finestre colorate e caldo, tanto caldo (in Siberia in estate fa caldo).
Giunti nella fattoria le donne da una parte – non possono stare nel campo dove avverrà il rito – gli uomini tutti dietro alla sciamana Stepanova per rendersi utili se sarà necessario.
Oltre al giovane uomo che verrà iniziato presenziano alla cerimonia alcuni sciamani anziani: a vederli sono uomini normali, niente costumi particolari, pantaloni camicia, qualcuno giacca, qualcun altro no. L’importante è che abbiano la cintura, per gli uomini è obbligatoria. Le donne, invece, anche se stanno nel perimetro esterno del campo devono avere capo coperto e gonna, se indossano pantaloni si mettano un pareo; inoltre non devono essere mestruate. Nessuno, né uomini né donne potrà assistere se sono trascorsi meno di otto giorni da che hanno visitato un cimitero: la raccomandazione è perentoria!
L’osservanza di queste regole è fondamentale affinché il rito possa svolgersi in “sicurezza”, chi rischia di più è lo sciamano che facendosi mediatore fra i mondi paralleli ha bisogno di proteggersi dagli spiriti maleintenzionati.
L'uomo che riceverà l'iniziazione porta la sua betulla
L’uomo che riceverà l’iniziazione porta la sua betulla
Dapprima viene piantata la betulla, l’albero sacro agli sciamani, l’albero dal tronco d’argento che collega la terra con il cielo.
Poi fa il suo ingresso un caprone: no, tranquilli, non verrà sacrificato – a dispetto delle tradizioni il rispetto per gli animali ha vinto – il caprone verrà infiocchettato con nastrini colorati, gli stessi che vengono appesi alla betulla: li chiamano “i cavalli del vento”, rappresentano le preghiere rivolte all’Eterno Cielo Blu, il pantheon degli sciamani.
Si accende il fuoco, ponendo i legni in gruppi di tre, creando una piccola pira sulla quale poi, durante il rituale, verrà versata la vodka in offerta allo spirito del fuoco. Ma la vodka non sarà l’unica offerta, ci sarà anche burro, pesce, tè, latte…
Doni per gli Spiriti
Doni per gli Spiriti
La Stepanova suona il tamburo, vengono pronunciate preghiere, qualcuno fa girare fra i presenti le offerte, tutti ne debbono assaggiare un po’.
La cerimonia è lunga, alcuni vedono spiriti, cavalli blu che migrano verso il cielo, donne che ballano in gruppo, altri non vedono nulla; ma tutti sentono che qualcosa sta accadendo.
Il campo del rituale è situato dietro a una piccola fattoria di legno, prima che cominciasse la cerimonia c’erano i rumori della natura (cicale, galline, uccellini), durante la cerimonia tutto tace.
Alla fine, quando tutto si è concluso, quando il nuovo sciamano è stato “iniziato”, un’aquila vola in ampi cerchi sopra la zona del rituale.
L'aquila vola sopra il luogo del rito
L’aquila vola sopra il luogo del rito
Sono tutti contenti, aspettavano solo un segno per sapere se le offerte agli spiriti erano state accettate, per sapere se il nuovo sciamano avrà davvero “tutte le strade aperte”, come si usa dire qui per augurare la buona sorte.
Qualcuno fa un po’ di fatica ad uscire da quello strano stato di coscienza in cui è entrato durante il rito, non ha visto nulla, non ha sentito nulla eppure, dicono gli esperti, è stato “disturbato” dagli spiriti.
Viene data da bere un po’ d’acqua a chi fa fatica a riprendersi, la Stepanova beve dalla stessa tazza per due volte e per due volte spruzza l’acqua sul capo di chi non riesce a riprendersi dopo aver assistito, come semplice spettatore e pure defilato, alla cerimonia.
Poi arriva un grande pianto: segno che la purificazione sta avendo luogo, l’interferenza è passata, ora si può pranzare tutti insieme e fare festa.
A pomeriggio inoltrato si torna sul lago. È stata una giornata strana. Non si può dire cosa sia veramente accaduto, ma qualcosa è accaduto, nessuno di noi è la stessa persona di prima.
Ci sono due panchine in riva al Bajkal, poco lontane dalle nostre yurte. Ci sediamo sulle sponde del lago e guardiamo il tramonto.
In riva al Bajkal
In riva al Bajkal
*Fotografie di Roberto Rovaldi 

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