Le divinità ci parlano per via di visioni o sogni, che certo da noi sono chiamati enigmi, per la mancanza d'abitudine, l'ignoranza e la ottusità della nostra capacità, ma che tuttavia sono le stessissime voci e gli stessissimi termini delle cose rappresentabili. E così come queste voci si sottraggono alla nostra percezione, così anche le nostre voci latine, greche, italiane sfuggono all'ascolto e all'intelligenza delle divinità superiori ed eterne, che differiscono da noi nella specie, sicché non ci può essere facilmente uno scambio fra noi ed esse, come non c'è fra le aquile e gli uomini. E come, in assenza di comune idioma, gli uomini di una stirpe non hanno conversazione e rapporto con uomini d'altra stirpe, se non per gesti, così anche non vi può essere partecipe contatto tra noi e una determinata categoria di esseri divini, se non per definiti segni, sigilli, figure, caratteri, gesti e altre cerimonie. E senza voci e scritture di questa specie difficilmente un mago potrebbe ottenere qualche risultato»
Giordano Bruno, De magia naturali, in Opere magiche
Immagine: Arabesco Azahara Medina'(Córdoba,Spain)
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