giovedì 7 maggio 2020

Le antiche città preromane del Lazio antico, con le loro testimonianze di mura megalitiche

ALATRI: LA STORIA DI UNA POPOLAZIONE VENUTA DA LONTANO ...
La ricostruzione dell'antica acropoli di Alatri


Acropoli di Arpino - Wikipedia
Le mura megalitiche di Arpino
 
Perché i romani disdegnarono le mura megalitiche, con tutti gli esempi delle costruzioni ciclopiche che avevano nel Lazio?
LE CINQUE CITTÀ SATURNIE
La storia delle mura ciclopiche che avvolgono nel mistero Alatri, Anagni, Arpino, Atina e Ferentino.
Le loro origini sono tuttora avvolte nel mistero, la loro mole imponente pone continui interrogativi sui loro creatori.
Parliamo delle mura ciclopiche di Alatri, Anagni, Arpino, Atina e Ferentino: le cinque Città Saturnie le cui mura di cinta colossali sono costituite da enormi megaliti incastrati alla perfezione senza l’ausilio di alcuna malta o cemento di sorta.
La fondazione di questi centri si perde nella notte dei tempi, ancora oggi infatti non riusciamo a stimarla, ma alla conoscenza scientifica ha sopperito in gran parte la leggenda. Si dice che a erigerle sia stato lo stesso dio Saturno durante l’età dell’oro (aurea aetas), che veniva rievocata e di cui si invocava il ritorno durante le celebrazioni -i saturnalia- in onore della divinità.
La loro unicità secondo molti studiosi sta nel loro posizionamento, replicherebbero infatti in maniera accurata la posizione della cinta centrale della costellazione dei Gemelli.
L’archeologia classica ipotizza che i Pelasgi -popolazioni pre elleniche che colonizzarono la zona- avessero eretto lì le loro roccaforti. A sostegno di tale tesi va la forte similitudine tra l’impianto architettonico utilizzato qui e quello delle città micenee dell’antica Grecia.
ALATRI
La particolarissima città del Basso Lazio costituisce il vero centro del mistero che grava su queste costruzioni antiche. Con un perimetro di oltre due chilometri e uno spessore massimo di circa dieci metri la cinta muraria dell’acropoli svetta sulla vallata circostante e dal punto più alto, detto pizzo pizzale (21 metri), si potevano avvistare le popolazioni nemiche in lontananza e osservare indisturbati la volta celeste. L’astronomia torna a essere chiamata in causa perché i vertici dell’acropoli replicano con buona approssimazione la già citata costellazione dei Gemelli tanto cara al popolo dei costruttori.
ANAGNI
Già capitale degli Ernici, Anagni, presenta una geometria molto simile ai modelli costruttivi della Grecia orientale e ha conservato intatti i cosiddetti arcazzi, archi di megaliti che dovevano sorreggere strutture davvero maestose che ad oggi possiamo solo immaginare.
ARPINO
La Civitavecchia di Arpino era al centro delle brame di qualsiasi conquistatore dell’antichità che volesse controllare l’arpinate: mura possenti e grandi torrioni in megaliti fornivano un presidio eccellente per la difesa delle popolazioni e delle ricchezze accumulate dai guerrieri durante le frequenti scorrerie. Tito Livio -celebre storico romano vissuto a cavallo del primo secolo dopo Cristo- ci dà notizie di rocche ciclopiche volsche esistenti nella zona già quattro secoli A.C.
ATINA
Le mura ciclopiche di Atina, benché ricoperte in parte dalla flora selvaggia, sono un rarissimo esempio di triplice fortificazione con megaliti, molti studiosi stanno analizzando il particolare fenomeno per tentare di darvi una spiegazione logica, ma per il momento non esiste una teoria dominante circa questo aspetto. Ad Atina inoltre ritroviamo il grande legame di questi territori con il dio Saturno: a lui è dedicata una delle piazze principali del paese e sul suo antico tempio sorge oggi la cattedrale di Atina.
FERENTINO
Il centro storico di Ferentino conserva le tracce dello scorrere del tempo, in alcuni punti delle mura ciclopiche si possono infatti ammirare le sovrapposizioni dei diversi stili di costruzione per la fortificazione della città, con strati romani e medievali. Lungo il perimetro delle immense mura troviamo sei porte in stato di conservazione davvero notevole, due di esse in particolare meritano una menzione speciale: la porta pentagonale che come quelle di Argo e Micene difetta di arco e forma una cuspide con vertice nel centro, e la porta sanguinaria, probabilmente così chiamata per il transito sotto di essa dei condannati a morte.
Foto - nell'ordine: Alatri, Anagni, Arpino, Atina e Ferentino

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