domenica 17 maggio 2020

E le chiese coprirono gli antichi culti

LE PIRAMIDI GEMELLE 

 

Sotto le chiese gemelle di Santa Maria dei Miracoli e Santa Maria in Montesanto che si trovano all’imbocco di Via del Corso nel I secolo a.C. sorgevano due piramidi gemelle. Le costruzione delle due chiese quasi gemelle fu decisa nel 1657 e come fondazioni furono utilizzate la basi delle due piramidi troncate della parte cuspidale. La conferma della loro esistenza è stata data da rilievi in occasione di recenti lavori di restaurazione delle due chiese; questi due sepolcri dovevano risalire all'età augustea ed erano posti a mo' di ingresso monumentale al Campo Marzio, proprio la funzione che hanno oggi le due chiese.
Tra la fine del I secolo a.C ed il II secolo d.C. in conseguenza della diffusione dei culti egizi e dell'annessione dell'Egitto come provincia imperiale, ebbe una certa diffusione a Roma l'usanza egizia di tumulare i defunti in edifici funerari che ricordavano nella forma quella delle grandi piramidi dei faraoni.
A Roma si sa con certezza che ne furono costruite almeno tredici di cui la sola ancora esistente è la Piramide di Caio Cestio posta lungo la Via Ostiense appena fuori le mura; un altra piramide, conosciuta come Meta Romuli, si trovava in prossimità del Colle Vaticano che era una zona di sepolture così come le due Piramidi Gemelle della Via Lata dove potevano essere eretti monumenti funerari perché, come gli altri, era un sito posto fuori dal Pomerio e quindi come disposto dalla Legge delle XII Tavole vi si potevano seppellire i defunti.
Le due piramidi furono realizzate nel I secolo d.C., quindi in età contemporanea alla piramide di Caio Cestio, un periodo in cui Roma erano molto diffusi i culti egizi. La diffusione di questi culti era stata favorita dalla presenza di colonie di etnia egizia soprattutto nelle città marittime; a Neapolis già dal II secolo a.C. Era presente una colonia alessandrina nella regio Nilensis ed al tempo di Silla (80 a.C.) Apuleio nelle Metamorfosi racconta di una confraternita di Pastofori a Roma. I Pastofori erano un collegio di sacerdoti mendicanti che giravano per le strade tentando di fare proseliti, avevano con sé un piccolo altere con l'immagine del dio ed ogni tanto si fermavano per pregare e chiedere l'elemosina.
Le religioni egizie erano seguite soprattutto dagli schiavi e dai liberti perché erano le religioni delle terre di origine, tuttavia per il loro messaggio salvifico riuscirono ben presto a diffondersi tra i ceti più poveri del popolo di Roma e per la spiritualità coinvolgente ebbero anche molti seguaci nell'aristocrazia.
La costruzione dei monumenti funerari come le piramidi era possibile solo per persone agiate e con una posizione di rilievo nella società politica perché per costruire un monumento funerario si doveva anzitutto avere la proprietà dell'ager come facevano le grandi famiglie dell'aristocrazia che costruivano i monumenti funerari sui propri possedimenti, oppure si doveva richiedere un permesso per occupare l'ager publicus. Per poter erigere un monumento funerario occorreva avere la datio loci, ovvero ottenere un decreto del Senato che permetteva l'uso dell'ager a fine di sepoltura ed è chiaro che esistendo degli spazi già destinati alle sepolture per ottenerene una che fosse al di fuori di quello, si doveva in qualche modo meritare un simile onore ...

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