LE PIRAMIDI GEMELLE
Sotto
le chiese gemelle di Santa Maria dei Miracoli e Santa Maria in
Montesanto che si trovano all’imbocco di Via del Corso nel I secolo a.C.
sorgevano due piramidi gemelle. Le costruzione delle due chiese quasi
gemelle fu decisa nel 1657 e come fondazioni furono utilizzate la basi
delle due piramidi troncate della parte cuspidale. La conferma della
loro esistenza è stata data da rilievi in occasione di recenti lavori di
restaurazione delle due chiese; questi due sepolcri dovevano risalire
all'età augustea ed erano posti a mo' di ingresso monumentale al Campo
Marzio, proprio la funzione che hanno oggi le due chiese.
Tra
la fine del I secolo a.C ed il II secolo d.C. in conseguenza della
diffusione dei culti egizi e dell'annessione dell'Egitto come provincia
imperiale, ebbe una certa diffusione a Roma l'usanza egizia di tumulare i
defunti in edifici funerari che ricordavano nella forma quella delle
grandi piramidi dei faraoni.
A
Roma si sa con certezza che ne furono costruite almeno tredici di cui
la sola ancora esistente è la Piramide di Caio Cestio posta lungo la Via
Ostiense appena fuori le mura; un altra piramide, conosciuta come Meta
Romuli, si trovava in prossimità del Colle Vaticano che era una zona di
sepolture così come le due Piramidi Gemelle della Via Lata dove potevano
essere eretti monumenti funerari perché, come gli altri, era un sito
posto fuori dal Pomerio e quindi come disposto dalla Legge delle XII
Tavole vi si potevano seppellire i defunti.
Le
due piramidi furono realizzate nel I secolo d.C., quindi in età
contemporanea alla piramide di Caio Cestio, un periodo in cui Roma erano
molto diffusi i culti egizi. La diffusione di questi culti era stata
favorita dalla presenza di colonie di etnia egizia soprattutto nelle
città marittime; a Neapolis già dal II secolo a.C. Era presente una
colonia alessandrina nella regio Nilensis ed al tempo di Silla (80 a.C.)
Apuleio nelle Metamorfosi racconta di una confraternita di Pastofori a
Roma. I Pastofori erano un collegio di sacerdoti mendicanti che giravano
per le strade tentando di fare proseliti, avevano con sé un piccolo
altere con l'immagine del dio ed ogni tanto si fermavano per pregare e
chiedere l'elemosina.
Le
religioni egizie erano seguite soprattutto dagli schiavi e dai liberti
perché erano le religioni delle terre di origine, tuttavia per il loro
messaggio salvifico riuscirono ben presto a diffondersi tra i ceti più
poveri del popolo di Roma e per la spiritualità coinvolgente ebbero
anche molti seguaci nell'aristocrazia.
La
costruzione dei monumenti funerari come le piramidi era possibile solo
per persone agiate e con una posizione di rilievo nella società politica
perché per costruire un monumento funerario si doveva anzitutto avere
la proprietà dell'ager come facevano le grandi famiglie
dell'aristocrazia che costruivano i monumenti funerari sui propri
possedimenti, oppure si doveva richiedere un permesso per occupare
l'ager publicus. Per poter erigere un monumento funerario occorreva
avere la datio loci, ovvero ottenere un decreto del Senato che
permetteva l'uso dell'ager a fine di sepoltura ed è chiaro che esistendo
degli spazi già destinati alle sepolture per ottenerene una che fosse
al di fuori di quello, si doveva in qualche modo meritare un simile
onore ...
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