San Benedetto da Norcia fonda il suo convento di Montrecassino sull'Arcè inglobando i due templi pagani: quello dedicato ad Apollo e quello a Giove, sono stati ritrovati i resti dopo il disastroso bombardamento effettuato dagli alleati durante la Seconda Guerra Mondiale.
Sul rovescio della medaglia figura, invece, la Croce di San Benedetto. Attorno ad essa compaiono le iniziali di alcuni testi molto antichi, presenti in un manoscritto del XIV sec. a testimonianza della fede nella potenza di Dio e di San Benedetto. Gli acronimi, la loro interpretazione ed significato in italiano sono:
L'aspetto magico della medaglia
Benedetto nacque a Norcia (PG)
intorno al 470. Compì i suoi studi letterari a Roma, dove rischiò di farsi
coinvolgere dalla corrotta gioventù romana e per questo motivo si trasferì con
la sua nutrice a Enfide (l'odierna Affile). Qui compì il suo primo miracolo aggiustando
un vaglio in legno. Intorno al 500 si ritirò in una grotta nei pressi di Subiaco,
dove inizio la vita eremitica. Un monaco di nome Romano gli portava il
necessario per vivere. Fu presto seguito da numerosi discepoli per i quali
fondò nella Valle dell'Aniene numerosi monasteri. Un prete di nome Fiorenzo,
invidioso di Benedetto, ne attentò la vita. Scampatone, Benedetto si trasferì a
Montecassino dove fondò la celebre abbazia. Poco più di un mese prima della
morte Benedetto incontrò la sorella Scolastica con la quale ebbe un
famoso colloquio. Si spense il 21 marzo 547. Il corpo è custodito insieme a
quello della sorella a Montecassino. Il 24 Ottobre 1964 papa Papa Paolo VI lo
proclamò "Patrono d'Europa". La sua Regola riassume la tradizione
monastica orientale adattandola con saggezza e discrezione al mondo latino,
aprendo così una via nuova alla civiltà europea dopo il declino di quella
romana. In questa scuola di servizio del Signore hanno un ruolo determinante la
lettura meditata della Parola di Dio e la lode liturgica, alternata con i ritmi
del lavoro in un clima di carità fraterna e di servizio reciproco. Nel solco di
San Benedetto sorsero nel continente europeo e nelle isole, centri di
preghiera, di cultura, di promozione umana e di ospitalità per i poveri e i
pellegrini. La sua memoria, a causa della Quaresima, è stata trasferita dalla
data tradizionale del 21 marzo, ritenuto il giorno della sua morte, all'11
luglio, giorno in cui fin dall'alto Medioevo in alcuni luoghi si faceva un
particolare ricordo del santo.
Una delle devozioni più diffuse al santo di Norcia, e non
solo per la notevole influenza dei monasteri benedettini, è la Croce di
San Benedetto, specialmente nella forma più frequente di medaglia. Le sue
origini sono antichissime, ma nono possono essere attribuite con certezza al
Santo stesso. La devozione della Medaglia divenne popolare intorno al 1050,
dopo la guarigione miracolosa del giovane Brunone, figlio del conte Ugo di
Eginsheim in Alsazia. Brunone, secondo alcuni, fu guarito da una grave
infermità, dopo che gli fu offerta la medaglia di San Benedetto. Dopo la
guarigione, divenne monaco benedettino e poi papa: é san Leone IX, morto nel 1054.
Tra i propagatori bisogna annoverare anche san Vincenzo de' Paoli. Sul dritto
essa riporta generalmente un'immagine del Santo che regge nella mano destra una
croce elevata verso il cielo e nella sinistra il libro aperto della santa
Regola. Sull'altare é posto un calice dal quale esce una serpe per ricordare un
episodio accaduto a San Benedetto: il Santo, con un segno di croce, avrebbe
frantumato la coppa contenente il vino avvelenato datogli da monaci
attentatori. Attorno alla medaglia, sono coniate queste parole: "EIUS IN
OBITU NOSTRO PRESENTIA MUNIAMUR" (Possiamo essere protetti dalla sua
presenza nell'ora della nostra morte).
Sul rovescio della medaglia figura, invece, la Croce di San Benedetto. Attorno ad essa compaiono le iniziali di alcuni testi molto antichi, presenti in un manoscritto del XIV sec. a testimonianza della fede nella potenza di Dio e di San Benedetto. Gli acronimi, la loro interpretazione ed significato in italiano sono:
C. S. P. B.
Crux Sancti Patris Benedicti
Croce del Santo Padre Benedetto
C. S. S. M. L.
Crux Sacra Sit Mihi Lux
La Santa Croce sia la mia luce
N. D. S. M. D.
Non Draco Sit Mihi Dux
Non sia il demonio mio condottiero
V. R. S.
Vade Retro Satana
Fatti indietro, Satana
N. S. M. V.
Numquam Suade Mibi Vana
Non mi attirare alle vanità
S. M. Q. L.
Sunt Mala Quae Libas
Sono mali le tue bevande
I. V. B.
Ipse Venena Bibas
Bevi tu stesso il tuo veleno
La tradizione attribuisce a questo simbolo un elevato potere
di esorcismo e di guarigione. Occorre portare la medaglia con devozione e
recitare la seguente preghiera, ricavata dalle precedenti iscrizioni:
Croce del Santo Padre Benedetto. Croce santa sii la mia luce
e non sia mai il demonio mio capo. Va' indietro, Satana; non mi persuaderai mai
di cose vane; sono cattive le bevande che mi offri, bevi tu stesso il tuo
veleno. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Un'ultima curiosità riguarda le proporzioni dello schema
della croce. Molti monasteri benedettini riportano nella loro struttura le
medesime proporzioni, ad esempio nella progettazione del chiostro. L'utilizzo
di queste proporzioni serviva, naturalmente, ad esorcizzare il luogo contro gli
influssi malefici del Demonio. A volte, invece, bastava la sola presenza, come
si può notare, ad esempio, all'interno del chiostro del monastero
di Santa Scolastica, a Subiaco (RM).
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