mercoledì 4 gennaio 2017

IL MITO DELLA BARCA SOLARE TRA I VENETI E LA CIVILTA' HALLSTATTIANA


Abbiamo appena passato il solstizio invernale, 
per cui non mi sembra male parlare del culto 
del Sole, che si esprimeva in questo periodo 
con falò accesi nella campagne (oggi 
come allora) e sulle montagne, ma anche 
con una iconografia che rappresentava il 
Sole, presente sull'abbigliamento e sui 
monili. Ne parla Piero Favero, nel suo 
"enciclopedico" lavoro "L'alba dei Veneti" 
ed. Cierre costo euro 16.
Questo culto, ci spiega l'Autore, era
comune nelle popolazioni indo europee,
dall'Europa, all'Anatolia, fino in Danimarca
dove a Egved, si sono trovati i resti di una
ragazza dell'età del Bronzo  La ragazza
non era del luogo, ma arrivava lontano,
dall'isola nbaltica di Bornholn o dalla
Germania meridionale. Questo ci dice
l'analisi degli isotopi di stronzio, ricavati
dalle vesti rimaste intatte.
La sua cintura con disco del IV secolo
a.C. , all'alba della civiltà di Lusazia,
ha lo stesso simbolismo della cintura
solare delle sacerdotesse venete ed
indica un'origine nordica della tipica
cintura bronzea indossata con sfarzo
dalle donne e sacerdotesse venete. 
Nella visione magico solare dell'epoca,
L'addome femminile è come il Sole, 
fonte di vita e procreazione, 
corrispondente al "plesso solare" 
i cui nervi si diramano a raggiera, 
seguendo i rami dell'arteria celiaca 
che irrora di sangue gli organi 
dell'addome superiore.

Affascinante, no? 
Dal Blog: 

dalvenetoalmondo

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