giovedì 1 marzo 2012
L'antica via Porcilana
Villa Querini-Sampalia, posta in Pressana, originariamente sede di una Mansio mononaco-templare a protezione e rifugio dei pellegrini in transito sulla Via Porcilana che univa Padova a Verona passando per Belfiore (l'ottocentesco Porcile)
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Questa via "regale" è legata ai templari e alle loro commende dislocate lungo le strade dei pellegrini. Una via che tocca anche Villa Moneda citata dal Vasari
Il punto nel quale è stato effettuato il sondaggio alla Stra´
BELFIORE DI VERONA. Importante scoperta archeologica durante i sondaggi al santuario della Stra´ per la posa della fognatura. In due punti è venuta alla luce la pavimentazione in pietra di un tracciato alto medievale che sembra corrispondere a quello dell´antica strada Porcilana
E´ spuntato il lastricato di pietre di quella che potrebbe essere l´antica Via Imperiale Berengaria, meglio nota come Porcilana, realizzata nel X secolo da re Berengario I. Si trova circa tre metri sotto l´attuale via Stra´, all´altezza proprio del santuario romanico della Madonna della Stra´, a Belfiore.
Il ritrovamento archeologico è avvenuto casualmente mercoledì 26 e giovedì 27 gennaio, durante i sondaggi richiesti dalla Soprintendenza ai beni archeologici al Comune e alla società Acque Veronesi, che hanno presentato il progetto per i lavori alla sede stradale nel tratto fra la fine di via Stra´ e le vie Casoni e Buggia. Acque Veronesi, alla presenza di un archeologo, ha compiuto tre sondaggi.
I resti della via Imperiale Berengaria
Uno all´altezza dell´intersezione tra via Stra´ e via Argine Maronari, che non ha dato alcun esito. Il secondo, all´altezza del parcheggio dietro l´abside della chiesa, ha rivelato per la prima volta due diverse pavimentazioni, di epoca medioevale o tardo romana. Infine nel terzo sondaggio, dove finisce via Stra´ e inizia via Casoni, è venuta alla luce la pavimentazione più recente dell´antica via. Circa tre metri sotto il piano stradale dell´attuale via Stra´, in corrispondenza del tempio, ex pieve parrocchiale di san Michele di Porcile, eretto secondo la tradizione nel 1143, lo scavo ha portato alla luce un selciato di pietre, sopra il quale si trova uno strato di fango.
La prima strada dunque, o una pavimentazione comunque attorno all´area della pieve, venne coperta probabilmente da un´alluvione dell´Adige. Sopra lo strato di fango è stata posata successivamente un´altra pavimentazione con pietre di risulta, cocci, ciottoli e sassi recuperati. Una pavimentazione meno curata, all´apparenza, di quella più antica, ma ricca di reperti.
I ritrovamenti sono stati fotografati e immediatamente coperti. Gli uffici della Soprintendenza archeologica saranno ora chiamati a confrontare le immagini ai dati già conosciuti riguardanti la strada che, da Verona, deviava dalla via Postumia all´altezza di san Martino Buon Albergo e da qui proseguiva in direzione sud–est, attraversando il basso padovano (Este, Monselice), toccando il Rodigino e finendo a Brondolo, nei pressi di Chioggia, nel veneziano. Da qui la Porcilana si innestava sulla via romana che portava a Ravenna.
Un´arteria di grande comunicazione, che attraversa ancor oggi il centro abitato di quello che al tempo si chiamava Porcile (oggi Belfiore), paese con testimonianze e documenti che ne provano l´attività ben prima dell´anno mille. Forse proprio Porcile venne costruito lungo questa via di comunicazione, così come la sua chiesa, oggi santuario. E´ intuibile che la pavimentazione interessi un breve tratto, in corrispondenza proprio della chiesa e dell´antico abitato. Resta il fatto che è la prima volta che emerge il piano originale lastricato dalla strada Porcilana.
In attesa che la Soprintendenza archeologica si esprima, il sindaco, Gianfranco Carbognin, chiamato immediatamente a verificare il ritrovamento, manifesta da un lato soddisfazione, ma dall´altro non nasconde anche una certa preoccupazione. «Mi sono emozionato quando ho visto ad una profondità di circa tre metri, quello che sembra essere a prima vista il selciato dell´antica via imperiale tardo romana o di epoca romanica», commenta il primo cittadino. «D´altra parte, come amministratore, temo che questo ritrovamento archeologico, possa provocare qualche ritardo nell´esecuzione degli interventi previsti». «Penso tuttavia che, se sarà dimostrato opportuno verificare e studiare cosa vi sia sotto tre metri dall´attuale livello stradale», aggiunge il sindaco, «si potrà comunque operare in sicurezza essendoci un così profondo strato di terreno, mettendo al sicuro i reperti archeologici e sopra questi, al contempo, posare la condotta a servizio di via Casoni».
Fonte: srs di Zeno Martini, da L’Arena di Verona di Verona di domenica 30 gennaio 2011, PROVINCIA, pagina 25
Link: http://www.larena.it/stories/Provincia/222344__tre_metri_sotto_lasfalto_spunta_la_via_imperiale_berengaria/
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