venerdì 9 marzo 2012
I poeti scrivono la storia
Cesare Mori
Fascismo e Mafia
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La storia, come si sa, ognuno se la scrive secondo il suo modo di vedere le cose e anche secondo i suoi interessi politici.
Noi non apparteniamo a queste categorie e intendiamo segnalare la versione popolare dei tempi del Prefetto Mori come appare nelle poesie di due personaggi autenticamente milocchesi: Giuseppe Garlisi, il noleggiatore, e il cavaliere Giovanni Cassenti.
I due per i loro mestieri stavano quotidianamente a contatto con la gente e per il loro acuto spirito di osservazione risultano credibili testimoni dei fatti accaduti a Milocca-Milena.
Giuseppe Garlisi
Giuseppe Garlisi, che premette orgogliosamente le sue umili origini e la sua scarsa scolarità, nella sua poesia ”La retata del ’28″ racconta quel che vede così come lo sente. http://milocca.wordpress.com/2010/04/16/il-bliz-del-1928/
L’agguato dei carabinieri che sorprendono nel sonno (comu u gigliu all’uartu) quanti conoscevano a memoria come uomini di mafia (La liggi sapiva lu nomi e lu culùri – Cu l’uacchi chiusi li jaru a pigliari). Poi la decrizione di come furono incatenati l’un l’altro e scortati (Attaccàti tutti a piannuli di pira—Camminavano chini di paura—E sempri stannu sutta la mira) quegli uomini che si sentivano capi “cacuacciula” ma che ora erano lì curvi di paura dopo aver cantato con le buone e le cattive le loro presunte colpe (La liggi appena l’appi a so putìri – A unu a unu li fici cantàri – E ssi quarcunu nun mulìva parlari – C’era lu niarbu vagnatu darriari).
Garlisi non giudica, si limita a notare come cambia il clima nel paese, l’effetto della “liberazione” prodotta dalla la retata antimafia. (La terra addivintà tutta brillanti – Si travagliava filici e cuntenti – Si facìvanu sirati di divertimenti – Cu arganetti e macchini parlanti). Dopo il blitz, si lavora felici e contenti, si ascolta musica e persino si balla al suono del grammofono. La terra di Milocca ritorna a brillare e a dare lavoro e buoni frutti senza rischi di estorsioni e furti di bestiame.
Giovanni Cassenti
Analoga testimonianza perviene dai ricordi di un altro acuto osservatore di pregiata vena poetica, il cavaliere Giovanni Cassenti. http://milocca.wordpress.com/2010/04/24/tempi-passati/
Nel suo Tempi Passati si respira il passaggio dai tempi cupi “di li ficu amari” alla liberazione dalla mala pianta e al ringraziamento a Mussolini che aveva permesso di bonificare il territorio dalla mafia, più perniciosa della malaria delle paludi pontine. Il dialogo è la testimonianza del sentire popolare a cui poco importava se tra le migliaia di perseguiti o fatti fuggire all’estero sua stato risparmiato qualche esponente locale del fascismo.
Fu per tutti una lotta vera quella condotta dal fascismo ma resa inutile quando alla fine della II Guerra Mondiale, molti mafiosi ritornarono in Sicilia in testa all’armata Usa che sbarcava con gli Alleati.
Comunque resterà indelebile nei siciliani quel tempo in cui si poteva lasciare le porte aperte in cui curatulu Simuni domandava a cumpari Sarvaturi se si ricordava dei cattivi tempi (E dicitimi si pi’ menti vi veni – Lu tiempu di ddi ficu amari – Quannu ogni grutta e vadduni – Eranu chini di ddi signuri) in cui malviventi armati del “novantuno” fucile della I Guerra Mondiale disturbavano tutti (A nuddu cuietu lassavanu stari). Grazie al governo forte che impose legge e rigore si possono scordare quei maledetti tempi (Ca a sulu pinsari veni – Friddu, frevi e mali di cori.) Prima (Pi iddi nun c’era chiù ragiuni – E mancu liggi di putirli frinari – Nun c’era chiù compassioni – Eranu peggiu di l’armari.)
Grazie al rigore di Mussolini e (A stu governu ca a menti sereni – Li catini sappi fari iucari – E li mussila forti ci teni – A cu si vulissi arriminari) ora il paese non solo è sereno, ma anche in festa. (Ora a tutt’uri si sientinu canzuni – E a tutt’uri si po’ caminari – Nun si sientinu chiù arrubatini E si travaglia senza timuri.)
Questo senso di sollievo accomuna le due poesie di Garlisi e Cassenti e rappresenta l’augurio che i governi sappiano mantenere sempre la mano dura con leggi apposite e rigore contro mafiosi e estortori.
ripreso da: http://milocca.wordpress.com/2011/01/18/antimafia-fascista/
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