sabato 28 dicembre 2019

L'AMARO CASO DELLE BASILICHE DI CIMITILE

LA VERITÀ STORICA SULLE ORIGINI CRISTIANE RESTA UNA CHIMERA ANCHE SE CI SI DEDICA SOLO ALLA STORIA LOCALE
Esistono realtà archeologiche per la storia del cristianesimo primitivo di estremo rilievo in Campania, rilevanti non solo per la storia locale, ma quella di tutte le primissime comunità cristiane, come il complesso delle Basiliche di Cimitile, che danno allo studioso che volesse dedicarvisi, dolori da fare invidia a quelli del parto.
Qui , un atteggiamento "predatorio" nei primissimi interventi archeologici italiani, seguito da successivi studi diciamoli "possessivi" tedeschi (ad oggi risulta scomparso il diario del sovrintendente Chierici che solo in Germania continuano a leggere), completato dall'atteggiamento "baronale" tipicamente culturalmente servile degli ultimi studi, ha determinato una totale "fraudolenta" mis-comprensione del fenomeno con palesi e roboanti errori e ipotesi interpretative "di comodo", basate su postulati non dichiarati fatti diventare certezze.
Quel che ne esce fuori é un pastrocchio risibile dove invece si avrebbe a disposizione un gioiello di straordinario interesse per studiare il rapporto tra le prime comunità di origine ebrea siriaca e la loro trasformazione in comunità protocristiane.
Ci sarebbe da studiare a fondo casi di trasformazione in edifici cristiani di ambienti inizialmente adibiti a sinagoghe con caratteristiche tipicamente italiche (con palesi similitudini con altri singolari casi italiani come Bova Marina) a loro volta provenienti dalla conversione sacrale di ambienti adibiti ad uso civile ( e non parlo di domus ecclesiale ma del cubicula di un rabbino) come la Basilichetta dei Martiri.
Ci sarebbero da studiare affreschi assai singolari come un Adamo ed Eva del II-III secolo (!!!!!) dove l'albero viene aggiunto successivamente a tempera sull' affresco precedente ad imitazione di un analogo dipinto presente nelle catacombe di Napoli.
Peccato che il pastrocchio di cui sopra, e il sistematico fraudolento depredamento di materiali archeologici e di archivio, insieme alla "intimidazione" culturale, fa rendere piste di indagine che sarebbero d'obbligo, come queste, un vero e proprio suicidio accademico.
Ed ecco che palesi evidenze tipicamente ebraiche, come sepolture totalmente prive di corredo funerario o presenza di lampade votive ebraiche e presenza certa di folte comunità ebraiche nel II e III secolo, seguite da chiari riferimenti nel poderoso materiale documentale degli inni di Paolino di Nola debbano essere totalmente ignorate.
Si lascia quindi spazio alle indicate risibili analisi stratigrafiche dove ció che si trova piú in basso finisce per essere piú recente di ciò che sta piú in alto, o che danno per scontato che quelli che con evidenza appaiono i resti di una antica villa rurale romana (peraltro citata nei testi di Paolino di Nola) siano quelli di un cimitero pagano.
Alla fine se si aggiunge anche che gli ambienti vengono resi inaccessibili, anche solo per una visita turistica, a chi propone nuovi elementi di indagine, non resta che un tale voltastomaco da obbligarti a mandare tutti a farsi sodomizzare insieme ai tanti italici baroni e lasciare imperare la italica mediocrità.
Resta solo il sogno che un giorno anche in Italia possa giungere il rispetto umano, la libertà dallo strapotere ecclesiastico nello studio storico delle origini cristiane e lo stile accademico anglosassone ove la scienza viene prima degli "affari" e della "chiesa" laica o religiosa di appartenenza.
Ma in questo paese dove lo stile "mafioso" impera in tutti i gangli del potere economico e culturale questo resta un sogno che tale rimarrà fino alla notte dei tempi...e intanto le testimonianze storico archeologiche si disgregano inascoltate sotto i nostri occhi.

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