LA VISIONE SI COMPIE NELL'INTERIORITA' (un grazie all'amico Stefano Arcella)
"...Quelli che non vedono il tutto, credono soltanto alla loro impressione esteriore; ma quelli che sono, per così dire, ebbri e sazi di nettare, poichè la bellezza ha pervaso tutta la loro anima, non sono più dei semplici spettatori.Non c'è più infatti, da un lato il veggente e dall'altro la cosa vista, l'uno fuori dell'altra; ma il veggente dallo sguardo acuto ha in se stesso la cosa vista, benché, pur possedendola, non sappia spesso di averla e guardi come fosse al di fuori, poiché la vede come un visibile e perché vuole vedere; ora, tutto ciò che uno vede come visibile, lo vede dal di fuori. E' necessario invece trasportarlo nel proprio intimo e guardarlo come unità, guardarlo come il proprio io:allo stesso modo in cui chi è invasato dal dio Febo o da una Musa, provoca in sè la visione del dio, quand'abbia la forza di guardare il nume dentro di sé"
Plotino, Enneadi, V, 8,10
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