martedì 1 marzo 2016

La fisica ha superato la materia



LA FISICA E' AD UNA SVOLTA STORICA MA POCHISSIMI NON SE NE SONO ACCORTI
Di Sabato Scala
Sono ormai quotidiane le notizie su nuove prove scientifiche a favore della esistenza di un substrato causale e un "mondo di retroscena" che sottende i fenomeni quantistici e che sta rendendo giorno per giorno superata la interpretazione "casuale" di tali fenomeni, ovvero l’interpretazione di Copenaghen.
E’ di ieri la notizia, pubblicata su “Scientific American” nell'articolo dal titolo “Risolto il paradosso delle traiettorie surreali dei fotoni “ inerente la verifica sperimentale della correttezza della interpretazione Bohmiana della quantistica. Ma cosa cambia?
Nell'interpretazione di Bohm, i fenomeni quantistici sono tutt'altro che casuali, esiste, infatti, una funzione reale e quindi non semplicemente probabilistica, che “guida” le traiettorie delle particelle, in altre parole si riporta in vita una visione deterministica della realtà fisica, seppure parzialmente diversa da quella nota nella fisica classica.
Le particelle finiscono per avere traiettorie ben definite e viene introdotta un'"onda pilota" che traccia una sorta di invisibile autostrada lungo cui viaggiano i fotoni.
Non si nega, quindi, la essenza probabilistica delle funzioni della MQ, ma essa viene connessa unicamente alla non conoscenza delle condizioni iniziali della particella. Esiste, quindi, una sorta di tessuto sottostante che definisce il modo in cui la particella agirà una volta “osservata” attraverso lo strumento di misura. Sparisce, in poche parole, la casualità assoluta connessa al collasso della funzione d’onda.
Ma questo salto di qualità non rende ancora chiara la direzione che stanno prendendo i ricercatori e la convergenza tra diversi studi e ricerche, che ha subito una particolare accelerazione proprio tra la fine del 2014 ed il 2015.
Il “Mondo di retroscena” di Prigogine e di Bohm, stà avanzando a sempre maggiore velocità, prendendo la nitida forma della reintroduzione di un mezzo di “trasmissione” della informazione ad effetto istantaneo (come quello previsto dalla “onda pilota” di Bohm) sparito all'inizio del secolo scorso: l’Etere.
La forma con cui questo “scomodo intruso” è ritornata è quella degli studi sui superfluidi e sulla sempre più probabile natura fluida, o meglio “superfluida” del vuoto.
Alcuni lavori che ho segnalato già in passato, e che oggi sono ancora assai poco conosciuti e studiati, figureranno , tra pochi anni, tra i “classici” della fisica come pietre miliari.
Ve ne sono tanti e tutti assai recenti, ma tra questi mi piace citare, oggi, “Physical vacuum is a special superfluid medium” di Valeriy Sbitnevi, pubblicato il 13 maggio 2015 su "Selected Topics in Applications of Quantum Mechanics".
Questo lavoro è intimamente collegato alla pubblicazione di “Scientific American” e all'esperimento che conferma la natura Bohmiana della quantistica.
In esso, infatti, Sbitnevi mostra come il modello “superfluidico” del vuoto, ed in particolare le equazioni di Navier-Stokes che descrivono la dinamica macroscopica dei vortici e dei moti nel fluidi, siano una diversa forma matematica della interpretazione Bohmiana della MQ e della “onda pilota” . In altre parole un Etere in forma di vuoto superfluido è, matematicamente, affine all'interpretazione di Bhom della equazione di Schroedinger.
Precisiamo ancora meglio perché non sfugga il salto di qualità che si stà compiendo: Il Vuoto Superfluido e la interpretazione di Bhom coincidono ed il “Mezzo” che consente di diffondere ovunque ed istantaneamente l’informazione di correlazione e che da vita ai fenomeni di entanglement quantistico, è matematicamente ricavabile dalle equazioni che descrivono il modo vorticoso in un superfluido.
A questo rilevantissimo e naturale secondo passaggio si aggiunge il terzo ancora più rilevante sul quale mi sono soffermato sia nel nostro libro "La Fisica di Dio", sia negli articoli divulgativi che ho pubblicato su Altrogiornale e che può essere compreso senza alcuno sforzo, sfogliando gli articoli relativi alle ricerche sperimentali sui superfluidi.
Alcuni lavori, sempre recenti, infatti propongono l’uso di un modello noto come Vetri di Spin, e quindi del modello di Ising, ovvero di una estensione del modello neurale di John Hopfield, per modellare sostanze in stato superluifo come l’Elio 3. In particolare i Vetri di Spin e, di conseguenza un modello affine alle reti neurali di Hopfield, è adoperabile per descrivere matematicamente bene le dinamiche ed i vortici in una sostanza superfluida.
Non ci vuole molto a comprendere che questi studi portano, a ritenere che il passo tra una descrizione “NEURALE” dell’Elio 3 e quella NEURALE DEL VUOTO superfluido è brevissimo.
In altre parole il salto che attendevamo per riportare al centro un modello deterministico (seppure nei termini indicati da Bohm) e connesso alla natura neurale del vuoto ed è alle porte.
Ma torniamo al modello proposto da Bohm.
Esso è intrinsecamente olografico, ovvero prevede che l’informazione sia distribuita in modo così uniforme e ovunque da consentire la “Istantaneità” della propagazione delle correlazioni garantite da una “onda pilota”, e quindi la istantaneità dei fenomeni di entanglement.
Karl Pribram, con le sue sperimentazioni sulla retina dei gatti, ha mostrato in laboratorio quanto era già noto dalla matematica delle reti neurali: il cervello opera in modo intrinsecamente olografico.
A questo punto capite che il crechio si chiude, il modello olografico che Bohm cercava e che non é riuscito a trovare, è quello neurale di Hopfield, o se si vuole il modello di Ising che descrive le dinamiche del vuoto superfluido. Di qui tutte le conseguenze drastiche e straordinarie che si possono immaginare quando si pensa, anche con mente profana, cosa può significare ipotizzare che il vuoto, e i meccanismi della gravità quantistica, operano con le stesse leggi ed equazioni che governano il nostro cervello.
Nei prossimi anni, quindi, è assai probabile, se questi studi troveranno conferme, che la natura “Non casuale” ma finalistica dell’Universo produrrà una vera e proria rivoluzione dlela scienza che riguadrerà, praticamente, in tutti i settori dello scibile: la scoperta che esiste una mente simile a quella umana che opera nel vuoto, da vita a tutto ciò che osserviamo e da cui ha avuto origine tutto.
Consentitemi una profezia: alcuni italiani figureranno tra i primi nomi in queste scoperte, ma tutti proverranno da contesti di ricerca che operano fuori dal nostro paese.

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