• Vorremmo ringraziarti per averci dedicato parte del tuo tempo, inizierei questa nostra intervista chiedendoti di presentarti ai nostri lettori e forumisti. Chi è Mauro Biglino e qual è stato il percorso che l’ha portato a scrivere su questi temi?


Innanzitutto sono io che ringrazio dell’interesse per il mio lavoro. Il curriculum specifico per l’attività che sto svolgendo può essere così sintetizzato: studi classici (quindi latino e greco), studio della lingua ebraica con un insegnate assegnatomi dalla comunità ebraica della mia città e corso di ebraico biblico della società biblica britannica. La passione per i testi antichi è nata durante il liceo classico: da quel momento non ho mai interrotto l’attività di approfondimento e studio del pensiero dell’uomo con particolare riguardo ai testi della religione nella quale sono stato educato. La conoscenza della lingua ebraica è quindi divenuta, nel corso degli anni, una necessità imprescindibile per avere accesso diretto alle fonti. Le Ed San Paolo hanno pubblicato 17 libri dell’Antico Testamento da me tradotti e per alcuni anni l’Università L’Orientale di Napoli ha usato come testo di riferimento per il “Corso di lingua e letteratura ebraica biblica e medievale” uno dei volumi in cui ci sono le mie traduzioni: Le cinque meghillot.



  • Perché preferire alle tante traduzioni della Bibbia quella letterale? Siamo forse vittime di un inganno?


Più che preferire direi che si tratta di non escluderla a priori, come invece fa la tradizione che ha di fatto imposto le chiavi di lettura funzionali alla diffusione del pensiero spiritualista con le dottrine ad esse collegate. Siamo certamente vittime di un colossale inganno. Da anni, nei libri e nelle conferenze, propongo semplicemente di “fare finta che” la traduzione letterale sia quella corretta per verificare che cosa ne scaturisce. Devo dire che il quadro che ne deriva è di gran lunga più coerente di quello teologico: la lettura letterale non richiede categorie interpretative speciali (allegoria, metafora, mistero…) perché offre una visione assolutamente coerente in sé ed è quella che presento nei miei lavori. E’ ovvio che dopo anni di traduzioni letterali eseguite per le Ed San Paolo, si è formata in me la convinzione che quel tipo di lettura consente la massima comprensione dell’Antico Testamento. La lettura letterale che indico in questi ultimi tempi nelle conferenze mette il lettore nella condizione di porsi le domande capaci di evidenziare gli elementi più evidenti dell’inganno.




  • Chi è in realtà colui che viene presentato dai teologi come Dio? Mi sembra di capire dai tuoi studi che molte volte non era nemmeno pienamente cosciente degli ordini che dava al suo popolo.


Su questo direi che non ci possono essere dubbi: Yahweh era uno dei tanti Elohim che si sono spartiti vari territori con relativi popoli su cui governare e da cui trarre il massimo del vantaggio personale in termini di potere e ricchezza. Il libro del Deuteronomio ci dice chiaramente che il comandate degli Elohim (chiamato Elyon) ha affidato a lui un pezzo della famiglia di Abramo: Giacobbe e i suoi discendenti, mentre altre parti della stessa famiglia sono stati affidati a suoi colleghi Elohim che la Bibbia nomina espressamente: Kamosh e Milkom. Come detto esplicitamente in Esodo Yahweh era un militare (ish milchamah: uomo di guerra) e come tale si comportava: praticava la pulizia etnica senza alcuna pietà per donne, bambini e anziani. Nel mio ultimo libro “La Bibbia non parla di Dio” (pubblicato da Mondadori) ho inoltre documentato su base biblica che amava e consumava indubitabilmente sostanze alcoliche che portavano a dire frasi senza senso. Insomma non era quella che si definirebbe una bella persona: per fortuna non è Dio. Sarebbe davvero un dramma senza soluzione per tutti noi.




  • Tra le varie versioni della Bibbia vi sono delle differenze? E, magari, se esistono anche alcune divergenze tra come la Bibbia è tradotta quando è destinata ai cittadini comuni e quando invece è destinata alle facoltà di teologia.


Ci sono numerose divergenze tra cui alcune eclatanti e non sono assolutamente casuali: ne cito solo alcune. In Genesi 20,13 e 35,7 si parla di alcune azioni compiute dagli Elohim (termine plurale) e i verbi in ebraico sono correttamente nella forma plurale, nelle traduzioni delle bibbie che vanno alle famiglie i verbi sono invece tradotti al singolare per diffondere l’idea che Elohim sia il termine con cui viene indicato il dio unico. In Giudici 6,2 nelle bibbie che abbiamo in casa si dice che un malakh (termine tradotto con angelo) dopo aver parlato con Gedeone “scompare dalla sua vista”. Questa traduzione è fatta per ingannare il lettore inducendolo a pensare che quel malakh fosse un essere spirituale; in ebraico invece c’è scritto con una chiarezza stupenda e disarmante che quell’individuo “se ne andò camminando”. Questi esempi sono dei veri, propri e deliberati inganni, non errori.






  • Leggendo la Bibbia, pare di capire che in essa si parli anche d’ingegneria genetica, di clonazione e di armi tecnologicamente avanzatissime. Potresti brevemente parlarcene, magari citando anche gli studiosi con cui sei venuto in contatto e che ti hanno fornito molto materiale in merito?


E’ difficilissimo sintetizzare qui, ma la sostanza è che gli adam sono organismi geneticamente modificati dagli Elohim stessi: la Bibbia contiene una narrazione che corrisponde ai protocolli di clonazione oggi conosciuti. In un notissimo forum ebraico (Consulenza Ebraica) gli esegeti ebrei hanno scritto che loro sanno “da sempre” che la Bibbia parla di ingegneria genetica. Nel mio libro citato sopra ho riportato studi di medici e biologi molecolari che stanno prendendo in serissima considerazione l’ipotesi che l’Homo sapiens sia proprio il prodotto di una evoluzione pilotata. Uno di loro, il dr. Pietro Buffa (ricercatore associato del King’s College London), sta pubblicando un libro che si intitola “I geni manipolati di Adamo” e mi ha fornito in anteprima alcuni stralci che ho potuto pubblicare.




  • Nella Genesi, si parla di Adamo ed Eva come dei progenitori dell’umanità, ma dai tuoi studi emerge una storia notevolmente diversa. In quei passi, citati anche nei libri di storia (così li definirei) degli altri popoli che ci hanno preceduto, potrebbe esserci svelato il mistero del fattore RH negativo?


Non me ne sono occupato direttamente ma da ciò che è scritto in uno degli studi pubblicati nel mio ultimo libro direi che ci stiamo avvicinando.




  • Non essendoci, quindi, nessun peccato originale, come possiamo relazionare tutto ciò ai teologi cattolici che utilizzano questo tema per terrorizzare le masse (con l’ausilio di un presunto inferno, purgatorio e limbo)?


Si tratta di un inganno palese, giustificato solo dalla volontà di tenere sotto controllo le persone ponendosi come intermediari per una possibile riparazione/riconciliazione con un Dio (quello biblico) che è frutto di una pura invenzione priva di qualunque fondamento testuale biblico.




  • Chi, o meglio, cosa sono i cherubini, degli angioletti con le alucce o ben altro? Per caso siamo di fronte all’ennesima elaborazione (magari falsificazione) teologica?


Ovviamente si, come ben detto nella domanda, siamo di fronte all’ennesima elaborazione (magari falsificazione) teologica. Così come non parla mai di Dio, l’Antico Testamento non si occupa mai di esseri spirituali come angioletti, cherubini, diavoli… I malakhim erano individui in carne ed ossa che mangiavano, bevevano, camminavano, si sporcavano, si stancavano, potevano essere aggrediti ed erano pericolosi da incontrare (soprattutto per le giovani donne). I cherubini non solo non erano angeli ma non erano neppure individui: erano oggetti meccanici che la Bibbia descrive con una chiarezza disarmante. Solo la fantasia teologica ha potuto trasformarli in creature angeliche contando per secoli sulla proibizione esplicita di leggere la Bibbia, proibizione imposta per evitare che la gente capisse. Purtroppo ancora oggi viene letta troppo poco e non a caso si cerca di bloccare ogni forma di lettura letterale: sarebbe troppo chiara.






  • Nel tuo ultimo e bellissimo libro edito da Mondadori“La Bibbia non parla di Dio” fai un parallelo tra la Bibbia e i testi omerici, potresti parlarcene?


I popoli di tutti i continenti della terra ci raccontano la stessa storia di fondo, i poemi omerici non sono diversi. In diverse decine di pagine ho riportato una analisi parallela dei testi biblici, Iiade ed Odissea. Narrano le stesse storie, parlano degli stessi individui (elohim e theoi) che hanno le stesse caratteristiche, le stesse esigenze, agiscono nello stesso modo, hanno addirittura le stesse necessità alimentari e neurofisiologiche (compresa quella di annusare certo fumo prodotto con la combustione di parti ben precise ed opportunamente preparate di animali). Dall’analisi emerge che la Bibbia non è che uno dei tanti libri scritti dall’umanità nel corso della sua storia e condivide con gli altri gran parte dei contenuti: soprattutto quelli concernenti le origini dell’uomo e i suoi rapporti con quegli individui. Uno dei fatti più eclatanti è che i racconti biblici delle origini sono copie rielaborate di testi sumero-accadici molto più antichi e la dottrina tradizionale è riuscita a convincerci che gli originali (testi sumeri) sono miti e leggende, mentre le copie (Genesi biblica) è verità ispirata da Dio.




  • Il sistema politico ed economico descritto nella bibbia, secondo te, è ancora presente nella nostra società?


Mi pare proprio che il sistema finanziario che governa il mondo (al di sopra anche di quello politico e militare che ne sono direttamente dipendenti) sia quello che Yahweh ha indicato ai suoi. Nella sostanza non è cambiato nulla: il mondo è diviso tra chi ha il controllo della finanza (padroni) e gli altri che vivono nel debito imposto (schiavi).




  • Dopo aver scritto molti libri sull’antico testamento, ce ne sarà uno in futuro sul nuovo testamento e sulla figura di Gesù?


Chissà, non lo escludo.




  • Sappiamo che queste tue traduzioni ti hanno portato ad avere molti nemici ed anche gravi minacce, com’è la situazione adesso?


Quella di sempre, ma capisco che, dati i colossali interessi in gioco, non può essere diversamente per cui non posso fare altro che vivere tranquillo… se poi succederà qualcosa… pazienza.



Grazie ancora per la tua disponibilità e per la tua libertà ed apertura mentale. 
Speriamo che, a questa, segua anche un’altra intervista in futuro.Un abbraccio!

Grazie a voi e a chi è arrivato fino al termine della lettura.