Costruita sulle versioni di Ovidio e Sant'Agostino, la leggenda delle divinità egiziane Iside e Osiride attraversa la cultura europea diffondendosi negli ambienti massonici e affascinando artisti ed eruditi di ogni genere: tra gli altri, Boccaccio, Pinturicchio, Nanni da Viterbo, Kircher e Mozart. La descrizione di un Egitto immaginario il cui mito si arricchisce via via di testimonianze spesso oscure o apocrife , se non completamente inventate, viene così a sostituirsi alla ricostruzione storica. Percorrendo a ritroso la storia della cultura occidentale dall'ottocento al medioevo, Baltrusaitis tenta di ricostruire l'esegesi di questa leggenda: fonti prestigiose, letterarie e figurative, si intrecciano a incredibili interpretazioni etimologiche, a fantasiose trattazioni erudite, in costante bilico tra ragionamento impeccabile e ipotesi visionaria, volte a rinvenire simboli e tracce di antichi culti in un ambito geografico che dall'Europa si allarga agli altri continenti. Una trama fittissima che il libro restituisce interamente; solo nel capitolo conclusivo, tuttavia, si tenta di recuperare le fila di questa vicenda, nei cui labirinti il lettore rischierebbe di perdersi
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