La nostra umanità può oggi vantarsi di padroneggiare quella natura che la ossessionava, Di costruire edifici come macchine, Di progettarli in modo scientifico, Di realizzarli in modo economico, Ma essa rimane prigioniera dei suoi pregiudizi, delle sue crudeltà, dei suoi terrori infantili, E sugli altari di idoli nuovi non smette – in sacrifici ogni volta più cruenti – di accumulare le sue vittime. Quale stregone potrebbe mai esorcizzare tutti i demoni che ancora lo possiedono? La nostra umanità è forse ormai incapace di accogliere di nuovo coloro che la vollero liberare, Che le offrirono la poesia dei loro miti, La consolazione dei loro sogni, la redenzione del loro Vangelo, E le insegnarono a contemplare nella cupola stellata la bellezza dei volumi platonici, l’armonia dell’ordine cosmico?
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