Lettera aperta che il neoplatonico, Sinesio scrive nel 410 d.C. prima di assumere la dignità di vescovo:
"Non potrò mai convincermi che l'anima abbia più recente origine del corpo. Né ammetterò mai che il mondo e le parti che lo compongono debbano perire. Quanto alla resurrezione, come è concepita dalla comune credenza, è nient'altro per me che una sacra e misteriosa allegoria e sono ben lontano dal condividere le opinioni del volgo... Così come l'occhio può essere offeso da un eccesso di luce, come l'oscurità è di aiuto a coloro che hanno la vista inferma, così io credo che il falso possa essere benefico alla plebaglia e la verità nociva a chi non forte abbastanza da fissare fermamente la luce del vero essere. Se la regola del sacerdozio che vige fra noi mi consente di conservare tali opinioni, posso accettare il sacro ufficio; mi si consenta di filosofare in casa mia e di favoleggiare in pubblico.."
Testo tratto da A.Spina,L.Cavalleri, Sinesio da Cirene, Catarsi, Milano 1979
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