martedì 21 agosto 2012
I fujenti della Madonna dell'Arco (retaggio del dionisismo)
Come il vecchio e solido mondo pagano legato alla fertilità agraria e all’abbondanza dei raccolti continua sotto la nuova forma religiosa del cristianesimo che pretende di vincere il dolore, ma soprattutto assicura una immortalità semplicistica, nella a carne eterna, dove le ingenue genti credono di intravvedere una vita senza fine nel segno della resurrezione e della carne,dimenticando lo sviluppo e il ritorno nell’anima. Così nelle feste tradizionali della Campania si riesce ancora a fondere l’esaltazione legata al dionisismo con la crisi esistenziale dei “tempi moderni”. I "fujenti" della Madonna dell’Arco ci riconducono agli arcaici riti legati all’orgia che trovano nelle danze e nelle musiche coinvolgenti, l'affioramento delle represse interiorità. Atti liberatori che si nascondono sotto le ali della Madonna e all’ombra dei bianchi gigli. Liberazione vicina alle feste carnevalesche, ai dei dell'abbondanza e del mistero, dove il rumore potente si fonde con il ritmo, fra spari, scoppi, bande musicali tamburi che riproducono il ritmo cardiaco e lo accelerano. Feste popolari pagane che da sempre inquietano le autorità civili e religiose, dato che son furiere di possibili disordini popolari, festa inversa che innescò anche la rivoluzione popolaresca di Masaniello camuffata con l’imposta sul pomodoro! Viva i fuienti, evviva!
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