giovedì 23 agosto 2012
Leggi della fisica legate alla sincronicità
La legge dell'unità di Paul Kammerer
Onnipresente e continua nella vita, nella natura e nel cosmo. E’ il cordone ombelicale che connette pensiero, sentimenti, scienza e arte al grembo dell’universo che li ha partoriti. Paul Kammerer
Sii qui. Questo è il momento presente, tu stai leggendo quello che è scritto... ma chi sei? Fermati un istante e sentiti... sei un tutt’uno, miliardi di atomi si muovono... e tu sei parte integrante di un'immensa esistenza... questa è la dimensione della sincronicità.
La sincronicità rappresenta una delle colonne più importanti del paradigma olistico; quando la si comprende, sembra di averla sempre conosciuta e di non poterne più fare a meno. Quanti eventi, importanti o meno, nella nostra vita sono accaduti per quello strano caso, per quella particolare coincidenza fortuita... incontri, sogni, dejà-vu, premonizioni, fortune. Qualsiasi ordine di eventi implicitamente significativo, che accade senza apparente causa o programmazione, rientra nel vasto fenomeno chiamato sincronicità, la silenziosa legge dell’unità e della coevoluzione.
È la logica che sottostà alla legge dei simili, alla legge del karma e del destino. È la legge polare che bilancia il principio di causa-effetto. Agisce là dove la mente razionale, con la sua limitata conoscenza, non può giungere, nei fenomeni che la mente non comprende e che, con superba ignoranza, stabilisce essere dovuti al caso. Usa il vuoto là dove la mente razionale usa il pieno. Per la scienza ufficiale la nascita della vita sul nostro pianeta e la sua progressiva evoluzione in complessità è dovuta al caso! Ma se il "caso" ha portato a questa vita e alla nostra coscienza, allora conviene rivalutarlo, e considerarlo una delle forze più potenti e intelligenti del nostro universo. La legge che unisce le cose simili è al centro del processo di unione e co-evoluzione. È la forza che porta miliardi di atomi a ritrovare una loro unità formando una cellula... o la forza di miliardi di cellule quando si sincronizzano nelle loro comunicazioni e informazioni e creano un animale multicellulare.
Sincronicità nel mondo della fisica quantistica
di Emanuele De Benedetti
Il mondo della fisica, in particolare quello della meccanica quantistica e della cosmologia, è quello che, forse, più di ogni altro ramo della scienza, mette continuamente in crisi sia la visione che l'uomo ha della "realtà oggettiva" che di quella soggettiva. Basti pensare al principio di indeterminazione (nota 1) che pone un limite alla capacità dell'uomo di misurare con precisione assoluta alcune quantità del mondo fisico. La realtà da deterministica si fa vaga, probabilistica, il mondo sembra essere fatto di cose che sfumano tra l'essere e il non essere sconvolgendo l'aspettativa della mente di una realtà definibile con contorni precisi.
E il soggetto, l'osservatore dell'esperimento, viene coinvolto, dalla logica del principio di indeterminazione, nell'esperimento stesso: l'azione dell'osservatore altera inevitabilmente la realtà osservata, l'osservatore non può osservare una realtà oggettiva indipendente da lui, quello che osserva dipende dal suo modo di osservare, dall'atto stesso dell'osservare.
Un altro punto abbastanza sconvolgente per l'interpretazione del reale nasce con il teorema e la diseguaglianza di Bell. Questo teorema, verificato sperimentalmente da Aspect e Al, mette fine alla lunga diatriba tra Bohr e Einstein sulla validità e interpretazione della meccanica quantistica.
Il teorema di Bell pone l'accento sulla non separabilità di certe entità fisiche suggerendo una visione del reale che sconvolge in modo drammatico l'attitudine analitica e riduzionista della mente occidentale. Esso si può esporre come segue: due sistemi quantistici che hanno interagito almeno una volta non possono essere più separati. Alcune delle variabili fisiche che ne definiscono lo stato saranno sempre connesse tra di loro (per esempio gli spin) anche se i due sistemi quantistici vengono separati agli estremi opposti dell'universo.
Quello che qui ci interessa a proposito della validità dell'ineguaglianza di Bell è che dimostra che nell'universo esistono delle connessioni significative che possono essere definite come sincroniche e che potrebbero addirittura avere connessioni con la sincronicità umana (che richiede la presenza di un soggetto 'generatore' di significato per essere definita).
Come ho descritto, due particelle accoppiate con gli spin opposti mantengono questa opposizione anche quando vengono separate e portate a grande distanza l'una dall'altra (non separabilità). Quando un polarizzatore (osservatore) misura uno spin in una certa direzione automaticamente e simultaneamente lo spin della seconda particella si orienta nella direzione opposta. Questo avviene in modo istantaneo (quindi senza possibilità di una connessione di causa ed effetto che richiederebbe la trasmissione di un segnale (forza causante) che non può, per il principio di relatività, superare la velocità della luce).
L'accadere simultaneo dei due eventi, orientamento dello spin di una particella per effetto della misura e cambiamento della direzione dello spin dell'altra può essere definito come un caso di sincronicità dove il 'significato' viene fornito dal fatto che le due particelle sono state in precedenza e sono tuttora connesse da un rapporto di coppia. Le implicazioni di questo fenomeno possono essere enormi se si tiene presente che:
Tutta la materia, inclusa quella dotata di coscienza, è fatta di particelle elementari che seguono le leggi della meccanica quantistica
La materia di tutto l'universo era inizialmente, alla sua nascita, situata in una piccola zona di spazio (Universo inflazionario, Big Bang). Ci sono delle buone probabilità che tutta la materia esistente nel cosmo fosse, una volta, connessa e quindi, per la inseparabilità del teorema di Bell, sia tuttora connessa.
Questo può avere anche degli effetti sui campi di coscienza che si fondano sui campi biofisici (elettromagnetici), in particolare nella:
trasmissione e percezione di informazione in modo istantaneo (intuizioni folgoranti, chiaroveggenza ecc.)
partecipazione e connessione a tutto quello che avviene nell'intero universo (per una proposta analoga che utilizza in modo non ortodosso il principio di indeterminazione. Vedi, per esempio, "Stalking the wild pendulum" di Ithzak Bentov, edito dalla Destiny Books).
Tutto ciò potrebbe avere anche un parallelo coi concetti di ordine implicato ed esplicato di David Bohm ( Wholeness and the implicate order, editore Routledge & Kegan Paul) e la sua teoria di un universo olografico.
nota 1. Il principio di indeterminazione di Heisenberg afferma che non è possibile conoscere (misurare) contemporaneamente con assoluta precisione i valori di particolari coppie di variabili che descrivono lo stato del moto di una particella elementare, per esempio la posizione e la quantità di moto, il tempo e l'energia, ecc. Le incertezze delle misure dei valori di due variabili 'accoppiate' sono legate dalla relazione di indeterminazione: il prodotto delle incertezze è sempre maggiore o uguale alla costante di Planck diviso due pigreco. Una delle interpretazioni del principio è che è l'atto stesso dell'osservare che altera lo stato di una particella e quindi impedisce di conoscere quali fossero i valori dei parametri del moto prima della misura. Per esempio per determinare la posizione di un elettrone bisogna 'vederlo' colpendolo con un raggio di luce che, colpendo l'elettrone, ne cambierà la quantità di moto in modo non prevedibile. Ne risulta che la posizione sarà ben determinata ma non la sua quantità di moto. Altri modi di misurare la posizione che tentino di ovviare a questo inconveniente provocheranno la manifestazione della natura ondulatoria della particella impedendo così la misura di caratteristiche corpuscolari. In una interpretazione meno riduttiva al solo atto della misura, che propone ancora una certa visione 'classica' della realtà, le particelle elementari hanno sì delle proprietà analoghe alla velocità e alla posizione, ma più "luide", e queste non prendono consistenza che all'atto della misura. Che cosa sia una particella elementare prima della misura non è noto. Questa fluidità deriva anche dalla coesistenza della natura corpuscolare e ondulatoria che impedisce di definire le particelle elementari in termini di una sola delle due realtà.
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