domenica 12 agosto 2012
Il porcile RAI inizia con Bernabei e continua con Minoli! Avanti Italia
L'ingenuo La Pira con il Pignone, Fanfani l'ottuso amico di Gelli, Aldo Moro delle brigate rosse o nere e il nuovo sporcaccione democattolico e Faustiano: Andreotti.
RAI: di tutto, di più. Bernabei, con la continuità di Minzolini a Minoli, Sotto il Daimon di Mattei:partigiano bianco e cattolico degenerato! ecco arriva il forense Leone di Napoli!
Pieni di articoli sulla cacciata di Minzolini, che ha creato profonde spaccature nel governo dell’ente di viale Mazzini e nel teatrino della politica, i giornali hanno dedicato poco spazio al flop e alla chiusura, a causa di una voragine di 70 milioni di euro, della fiction “Agrodolce”. Giovanni Minoli, genero del fanfaniano Bernabei, storico direttore generale della Rai negli anni ’60 e ’70, era stato l’ideatore della fiction, trasmessa su Rai 3, e girata in Sicilia, insieme al responsabile di una società di produzione, Luca Josi. Costui, come Minoli, fu molto vicino a Craxi, negli anni ruggenti della Milano da bere e della Rai da occupare. Al genero dell’ancora influente Bernabei, già direttore di Rai Educational, i dirigenti avevano assicurato un contrattone di consulenza, solo qualche mese la sua andata in pensione, tutt’altro che magra.
Un funzionario della RAI, dopo la lite sulle modalità di prosecuzione di “Agrodolce”, esplosa tra Minoli e Josi, in una telefonata, registrata dal produttore, avrebbe “consigliato” di tener conto, nella scelta delle comparse della fiction e del personale tecnico, “delle tradizioni e delle regole, non scritte ma ferree, della Sicilia”. In pratica,delle indicazioni dei boss mafiosi. Josi ha denunciato tali pressioni all’autorità giudiziaria, sostenendo che lui rapporti con le cosche siciliane non le avrebbe mai consentite.
Una, ennesima, grave vicenda, davvero amara più che agrodolce, per la Rai, per le persone rimaste senza lavoro, per gli italiani, che pagano il canone. E, soprattutto, per quanti auspicano trasparenza, anche nel profondo Sud, negli appalti, nella gestione del denaro pubblico e nella selezione del personale.
Il resto dell'articolo non e possibile riportarlo dato che non è più in rete.
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