I
Latini denominarono genius la parte che si ritrae in sé, che esce dal
corpo nel sonno o durante gli svenimenti, e che, esalata alla morte,
pare dover sopravvivere […]. Carattere del genio è la sua estraneità al
tempo […]. La forza demonica o geniale aveva l’aspetto di una figura
umana o di un fuoco, come narra Proclo (nella definizione di Porfirio:
«fuoco puro compreso in sacre forme») (Elémire Zolla; Le potenze
dell’anima. Anatomia dell’uomo spirituale). Nell'immagine: il demone
Eros, pittura attica, 470-460 a.C (Museo di Boston).
sabato 24 novembre 2018
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