martedì 13 novembre 2018

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Idoli, immagini dall'alba della civiltà
Gli idoli testimoniano la fitta rete culturale e commerciale che legava popoli lontani tra Neolitico ed Età del bronzo..
L’identità delle prime figure antropomorfe rimane a dir poco ambigua. In generale gli studiosi sono concordi nell’interpretare le statuette femminili come espressione di concetti cosmici e metafisici collegati alla vita, alla morte o al ciclo della natura. Anche le prime immagini di guerrieri con balteo e daga, provenienti dall’Arabia o dalle Cicladi, erano ambigue in termini di identità. Non è chiaro infatti se rappresentassero veri uomini di potere o esseri sovrumani, forse l’equivalente maschile delle figure femminili nude.
La mostra “Idoli. Il potere dell’immagine” – la parola idoli deriva dal greco eídolon, che significa immagine – propone ai visitatori un viaggio nel tempo e nello spazio per scoprire le raffigurazioni tridimensionali del corpo umano create da artisti che vissero e lavorarono nel periodo compreso tra il 4000 e il 2000 a.C. I reperti esposti provengono da una vasta area geografica che si estende da Occidente a Oriente, dalla Penisola Iberica alla valle dell’Indo, dallo stretto di Gibilterra ai confini dell’Estremo Oriente.
Il periodo preso in esame fu una fase di transizione, durante la quale i villaggi di agricoltori del tardo Neolitico si trasformarono nelle società urbane dell’Età del bronzo. L’organizzazione familiare e tribale lasciò il posto alle società controllate dallo stato; l’introduzione di nuove tecnologie, lo sviluppo della metallurgia e l’invenzione della scrittura accompagnarono i cambiamenti economici. Le reti commerciali, create per facilitare la circolazione delle materie prime esotiche, collegavano popoli lontani attraverso rotte marittime e terrestri; gli artigiani itineranti diffondevano tecnologie, merci e idee. I concetti metafisici venivano espressi in termini visivi attraverso le figure antropomorfe, gli idoli appunto.
A causa dell’azione distruttiva del tempo abbiamo solo pochi esemplari di quello che doveva essere un numero sicuramente più elevato di oggetti, risultato di tentativi falliti e riusciti lavorando con materiali come l’argilla, l’avorio, l’osso, il legno, la pietra e successivamente il metallo. Tracce di manipolazioni ripetute, come il deterioramento delle superfici, l’aggiunta di segni o la presenza di riparazioni dimostrano che queste figurine venivano utilizzate e avevano un ruolo negli eventi sociali o religiosi ricorrenti, legati alla nascita, alla morte o al ciclo naturale. E per quanto il loro significato e la loro funzione ci sfuggano, è provato che erano necessarie per i proprietari….
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