domenica 24 giugno 2018

Tutta la contrada di San Giovanni in Valle aspettava l'alba attorno alla Fontana del Fero ( o meglio fontana di Feronia, dove le acque taumaturgiche che sgorgavano dalla roccia si usavano, bevendole o anche  lavando i volti ai bambini dato che proteggevano sopratutto verso le malattie oculari) con danze, fugaci pasti, raccogliendo la rugiada e le erbe indicate dalla tradizione da tenere in serbo per le eventuali patologie. Un mondo resistito per secoli e secoli che all'improvviso dopo la Seconda Guerra Mondiale si perderà per volontà della curia che voleva prendere le distanze dalle antiche tradizioni pagane fuse con le liturgie cristiane, ma nulla si può definitivamente cancellare e l'alba del solstizio d'estate al Piloton eravamo in 250 persone che religiosamente hanno aspettato il primo raggio di sole che lambisse la Prea Fita: tutto ciò che viene scacciato dalla finestra rientra dalla porta.


La notte di San Giovanni, notte magica... la rugiada di questa notte ha poteri miracolosi...
Fino a "qualche" anno fa i veronesi salivano alla Fontana del Fero (ovviamente sopra San Giovanni Valle...) per trascorrere la notte alla luce delle lanterne, portandosi pane, salame e vino. Naturalmente era obbligatorio bere anche un bicchiere dell'acqua della fontana i cui poteri miracolosi ;) in questa occasione erano ancora più potenti.
Salivano, forse di scondon, anche le coppie di fidanzati per giurarsi eterno amore. Ce lo ricorda anche il nostro Berto in "La note de San Zuane":

Co la morosa al fianco
più bassa de una spana,
e le tetine in gloria
drento un altar de seda,

'rivadi strachi morti
sul bel de la fontana,
ela gustava in estasi
quela delissia freda...

Va ben dar aqua a i fiori,
ma guarda, che te mori!

Comode, al fresco, in ombra,
perse fra ciari e scuri,
sentà tra banche e tavola
ciassa contrade intiere;

gira i bossoni lucidi,
castei de tochi duri,
pingola a i fili e sventola,
'na sagra de bandiere...

El son de la fontana
l'è bronso de campana!

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