Tutta
la contrada di San Giovanni in Valle aspettava l'alba attorno alla
Fontana del Fero ( o meglio fontana di Feronia, dove le acque
taumaturgiche che sgorgavano dalla roccia si usavano, bevendole o anche lavando i volti
ai bambini dato che proteggevano sopratutto verso le malattie oculari)
con danze, fugaci pasti, raccogliendo la rugiada e le erbe indicate
dalla tradizione da tenere in serbo per le eventuali patologie. Un mondo
resistito per secoli e secoli che all'improvviso dopo la Seconda
Guerra Mondiale si perderà per volontà della curia che voleva prendere
le distanze dalle antiche tradizioni pagane fuse con le liturgie
cristiane, ma nulla si può definitivamente cancellare e l'alba del
solstizio d'estate al Piloton eravamo in 250 persone che religiosamente
hanno aspettato il primo raggio di sole che lambisse la Prea Fita: tutto
ciò che viene scacciato dalla finestra rientra dalla porta.
La notte di San Giovanni, notte magica... la rugiada di questa notte ha poteri miracolosi...
Fino a "qualche" anno fa i veronesi salivano alla Fontana del Fero (ovviamente sopra San Giovanni Valle...) per trascorrere la notte alla luce delle lanterne, portandosi pane, salame e vino. Naturalmente era obbligatorio bere anche un bicchiere dell'acqua della fontana i cui poteri miracolosi ;) in questa occasione erano ancora più potenti.
Salivano, forse di scondon, anche le coppie di fidanzati per giurarsi eterno amore. Ce lo ricorda anche il nostro Berto in "La note de San Zuane":
Co la morosa al fianco
più bassa de una spana,
e le tetine in gloria
drento un altar de seda,
'rivadi strachi morti
sul bel de la fontana,
ela gustava in estasi
quela delissia freda...
Va ben dar aqua a i fiori,
ma guarda, che te mori!
Comode, al fresco, in ombra,
perse fra ciari e scuri,
sentà tra banche e tavola
ciassa contrade intiere;
gira i bossoni lucidi,
castei de tochi duri,
pingola a i fili e sventola,
'na sagra de bandiere...
El son de la fontana
l'è bronso de campana!
più bassa de una spana,
e le tetine in gloria
drento un altar de seda,
'rivadi strachi morti
sul bel de la fontana,
ela gustava in estasi
quela delissia freda...
Va ben dar aqua a i fiori,
ma guarda, che te mori!
Comode, al fresco, in ombra,
perse fra ciari e scuri,
sentà tra banche e tavola
ciassa contrade intiere;
gira i bossoni lucidi,
castei de tochi duri,
pingola a i fili e sventola,
'na sagra de bandiere...
El son de la fontana
l'è bronso de campana!
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