giovedì 14 giugno 2018

Il rito cattolico nella sua apoteosi

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L'estetismo cattolico ai tempi di Salvator Rosa:
Roma gli apparve affollata di prelati e di gente di Chiesa, di uomini ricchi, di carrozze e di cavalli. E per quanto le norme varate dal Concilio di Trento fossero formalmente applicate, di fatto la devozione gli pareva del tutto superficiale ed esteriore. Come poté constatare il giorno di Natale di quell'anno, quando a S. Pietro poté assistere, da una posizione privilegiata, alla messa solenne. Gli parve strano constatare come il papa, i cardinali ed altri prelati se ne stessero seduti durante la messa, conversando amabilmente.
La città era attraversata da processioni e cortei: un giorno, era il 13 gennaio 1581, passò sotto la sua finestra il corteo papale. Il vecchio Gregorio XIII, che indossava una veste candida con cappuccio di velluto rosso, nonostante i suoi 80 anni montava un cavallo bianco, impartendo la benedizione. Lo precedevano circa duecento cavalieri; lo seguivano tre cardinali e un centinaio di uomini armati a cavallo, la lancia appoggiata alla coscia. Qualche giorno dopo si imbatté in un corteo di tutt'altro genere: veniva condotto al patibolo un certo Catena, feroce criminale assassino. Il corteo era aperto da un grande crocifisso coperto da un velo nero, seguito da numerosi uomini vestiti di tela, suddivisi in confraternite votate a questo pietoso servizio.
Si trattava il più delle volte di pratiche di devozione esteriore e superficiale, che coinvolgevano anche coloro che, per ragioni… professionali, se ne sarebbero dovuti astenere. Come quella cortigiana che, colta dall'Ave Maria nell'esercizio della sua antica professione, si precipitò dal letto e, prostratasi in ginocchio, si mise a pregare. Le donne romane non erano apparse a Montaigne particolarmente belle; la bellezza più singolare era monopolizzata da coloro che, come la devota cortigiana, la mettevano i vendita.
Le cerimonie religiose erano grandiose e splendide. Talvolta si trattava di veri e propri “spettacoli”, come quello cui Montaigne assistette il giovedì santo del 1581. Durante il pontificale celebrato dal papa davanti a S. Pietro, un canonico lesse un lungo elenco di scomunicati, tra i quali tutti coloro che detenevano terre della Chiesa. I cardinali de’ Medici e Caraffa, seduti accanto al papa, ridevano indifferenti. Nel corso della cerimonia venne poi mostrato al popolo il quadro della Veronica, che suscitò ondate di delirante commozione. Una calca impressionante si addensava intanto davanti S. Pietro: i fedeli vestiti di tela di colore diverso secondo la confraternita di appartenenza, procedeva salmodiando, preceduti da gonfaloni e crocifissi. Quando poi scese la notte, la città parve di fuoco: migliaia di ceri si accesero, un fiume ordinato di torce affluì verso S. Pietro. Al centro di quell'immenso corteo i penitenti, almeno cinquecento, si flagellavano con fruste di corda, mostrando la schiena insanguinata e scorticata senza alcun apparente dolore.
[Almo Paita - Salvator Rosa, la leggenda del pittore maledetto]

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