Hagar Qim, Mnajdra e le meraviglie della natura
Malta- Tempio di Hagar Qim- Particolare dell'area del foro oracolare che collega le camere dei responsi
Se non hai una guida solo l’intuito ti può aiutare a trovare, nelle sterrate stradine di campagna, deserte, i templi di Hagar Qim (“pietre che stanno in piedi”) e Mnajdra.
Ma quando ci arrivi sei ripagata di tutto il misterioso e zigzagante itinerario.
Prima della visita ai templi vedo, in un piccolo percorso iniziale, la prima statua di Donna/Dea di questo mio viaggio. Meravigliosa. Seduta, le gambe “a sirena”, una mano poggiata sul ventre e una sulla poderosa coscia.
Purtroppo vedo anche il cartellone che la accompagna.
Donna o uomo? Con, affiancate, l’immagine della statua e l’immagine di un lottatore di sumo. Per far capire che, insomma, il legame con il femminile non è così scontato…
Ovviamente se le statue avessero avuto segni incerti ma percepibili di mascolinità nessuno avrebbe mai e poi mai sollevato discussioni. Sarebbe stato uomo, incontrovertibilmente.
Ma in questi tempi stravaganti si sa… un seno di donna può essere molto mascolino.
La visita ai templi cancella in parte il mio indispettito risentimento.
Non possono che essere gemelli questi due templi, così vicini tra loro di cui uno, quello di Mnajdra, è un tempio doppio.
Immagino processioni da un tempio all’altro.
Da una parte le colline verdi e gialle dall’altra il mare azzurrissimo, le scogliere e la lontana e disabitata isoletta di Filfla, compagna solitaria per gli occhi. Considerata nel Medioevo l’isola del Demonio mi domando cosa sarà stata seimila anni fa.
Templi sul mare per raccogliere la forza delle stelle, della luna e la luce particolare del sole al mutare delle stagioni.
Immagino fanciulle danzare nello spiazzo davanti alle rocce d’entrata ai templi di Mnajdra. E poi la sacerdotessa dell’oracolo parlare, nascosta nella sua piccola cameretta segreta, la sua voce che esce profonda e amplificata dalla piccola finestrella, e le persone ascoltarla, rapiti, pieni di rispetto per le sue parole divine.
Provo a pensare dove fossero posizionate le statue delle Donne/Dee.
Immagino l’acqua raccolta nei fori scavati in una pietra posta sul terreno, all’ingresso.
E mi interrogo sui fori pressoché uguali, però sulle pietre erette. Mi piace pensare che forse contenessero miele da raccogliere col dito e assaggiare prima di entrare. Oppure ocra rossa con la quale, magari, pitturarsi il corpo.
O forse sono semplicemente coppelle per l’acqua piovana.
Di nuovo non c’è risposta certa, e lo accetto. È giusto così. Certe cose si sono perse insieme agli Antichi.
Malta- Tempio di Hagar Qim- Particolare dell'area del foro oracolare che collega le camere dei responsi
Se non hai una guida solo l’intuito ti può aiutare a trovare, nelle sterrate stradine di campagna, deserte, i templi di Hagar Qim (“pietre che stanno in piedi”) e Mnajdra.
Ma quando ci arrivi sei ripagata di tutto il misterioso e zigzagante itinerario.
Prima della visita ai templi vedo, in un piccolo percorso iniziale, la prima statua di Donna/Dea di questo mio viaggio. Meravigliosa. Seduta, le gambe “a sirena”, una mano poggiata sul ventre e una sulla poderosa coscia.
Purtroppo vedo anche il cartellone che la accompagna.
Donna o uomo? Con, affiancate, l’immagine della statua e l’immagine di un lottatore di sumo. Per far capire che, insomma, il legame con il femminile non è così scontato…
Ovviamente se le statue avessero avuto segni incerti ma percepibili di mascolinità nessuno avrebbe mai e poi mai sollevato discussioni. Sarebbe stato uomo, incontrovertibilmente.
Ma in questi tempi stravaganti si sa… un seno di donna può essere molto mascolino.
La visita ai templi cancella in parte il mio indispettito risentimento.
Non possono che essere gemelli questi due templi, così vicini tra loro di cui uno, quello di Mnajdra, è un tempio doppio.
Immagino processioni da un tempio all’altro.
Da una parte le colline verdi e gialle dall’altra il mare azzurrissimo, le scogliere e la lontana e disabitata isoletta di Filfla, compagna solitaria per gli occhi. Considerata nel Medioevo l’isola del Demonio mi domando cosa sarà stata seimila anni fa.
Templi sul mare per raccogliere la forza delle stelle, della luna e la luce particolare del sole al mutare delle stagioni.
Immagino fanciulle danzare nello spiazzo davanti alle rocce d’entrata ai templi di Mnajdra. E poi la sacerdotessa dell’oracolo parlare, nascosta nella sua piccola cameretta segreta, la sua voce che esce profonda e amplificata dalla piccola finestrella, e le persone ascoltarla, rapiti, pieni di rispetto per le sue parole divine.
Provo a pensare dove fossero posizionate le statue delle Donne/Dee.
Immagino l’acqua raccolta nei fori scavati in una pietra posta sul terreno, all’ingresso.
E mi interrogo sui fori pressoché uguali, però sulle pietre erette. Mi piace pensare che forse contenessero miele da raccogliere col dito e assaggiare prima di entrare. Oppure ocra rossa con la quale, magari, pitturarsi il corpo.
O forse sono semplicemente coppelle per l’acqua piovana.
Di nuovo non c’è risposta certa, e lo accetto. È giusto così. Certe cose si sono perse insieme agli Antichi.
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