Ieri a Minerbe si è aperta una piccola mostra su l'insigne tecnico, ingeniere, cartografo e notaioGasparo Bighignato, personaggio di grande prestigio nella Rebubblica Veneta a cavallo fra il 1600 e 1700 epoca di grande cambiamenti legata in parte a quella figura dominante e accentratrice che era il Re Sole.
Credo che Gasparo Bighignato fosse legato alla massoneria, per i simboli che ricorrono nelle sue mappe, anche se questo non è stato assolutamente neanche accennato ne nella pubblicazione come nel percorso della mostra.
A tal proposito riporto, sotto, questo breve ma intenso trafiletto per dare una idea di come la Serenissima avesse una sua massoneria legata a quella internazionale che operava anche nell'ambito dei servizi segreti di Venezia, ricordo che questi personaggi della Repubblica passarono, ancora prima della fine politica di Venezia, sotto il controllo della grande potenza marittima che si stava imponendo nel mondo: la Gran Bretagna.
i Massoni a Venezia
I legami del
mondo esoterico misteriosofico favorevole alla riforma sono proiettati in
campo politico su due fronti, quello britannico e quello palatino. Elisabetta,
figlia di Giacomo I° di Inghilterra si sposa con Federico V, elettore palatino
dell’impero asburgico, nel 1613.
Il matrimono
viene celebrato con una segreta simbologia nelle nozze alchemiche di Kristian
Rosenkrautz, il cavaliere della rosa come speculare al cavaliere della Rosa
Rossa del de Foire Queen di Edmund Spencer.
Il primo esattamente
come lo sposo Palatino veste le insegne del Toson d’Oro germanico, e
quello dell’ordine della giarrettiera britannico. Speranze antiasburgiche
ed antipapali riposte nei circoli esoterici, Kabbalistici e misteriosi
nell’aiuto della Gran Bretagna nella causa Palatina. Subito prima del
matrimonio J,V. Andreas ha pubblicato la Phama Fraternitas e subito dopo sono
apparsi dei manifesti rosacrociani che riprendono idee ed inviti ai
fratelli rosacrociani invisibili alla Fama.
Traiano
Boccolini da Venezia, nei ragguagli del Parnaso (1612-13) esprime le
medesime convenzioni.
Esiste una
connessione tra circoli britannici, veneziani e praghesi all’insegna
della saldatura tra alchimia, filosofia, kabballah ed ermetismo: John Dee,
Robert Fiudd, Guglielmo Poste, Traiano Boccolini e Michael Myer. Prodromi
dell’iluminismo filosofico settecentesco nelle opinioni dei Rosacroce.
Michael Majer
afferma esistere nel 1622 a l’Aja una Società di alchimisti che si facevano
chiamare Rosa Croce , con ramificazioni anche a Venezia: i membri
vestivano cordone bleu con croce d’oro sormontata da una rosa.
Statuti ed
organizzazione sarebbero in libri, redatti da massoni, non facilmente
reperibili.
Il Frosini
afferma la Massoneria esistere a Venezia dal 1535 sino al 1686, data in cui fu
interdetta a Venezia, dopo la visita del Gran Maestro della Loggia di Londra,
Sir Thomas Howard, nel 1729, o se sia stata ufficializzata sotto nuova forma.
A questo proposito
il Sagredo fornisce notizia di una conventicola di Liberi Muratori in una casa
a Madonna dell’Orto.
La nascita
della Massoneria veneziana moderna avviene all’epoca di Casanova e Goldoni.
Venezia
torna comunque indirettamente alla ribalta ad opera di J.E. Marconis de Negre,
figlio di un ufficiale dell’armata francese in egitto che istituì la
Società dei Saggi della Luce.
Sostiene la
conversione del prete egiziano Ormuz da parte di San Marco e la linea di
trasmissione degli Esseni sino ai Cavalieri Gerosolimitani in Svezia
ed in Scozia,
Qui sorge la
moderna Società dei Saggi della Luce che reca nel suo sigillo il familiare
leone di San Marco con il Vangelo aperto.
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