sabato 30 settembre 2017

Il Serapide tolemaico anticipa il culto di Cristo


« Gli adoratori di Serapide sono cristiani e quelli che sono devoti al dio Serapide chiamano se stessi Vicari di Cristo »
(Storia Augusta, Vita di Saturnino, 8, 2)
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Il culto di Serapide era stato introdotto in Egitto da Tolomeo I Lagide, primo sovrano della nuova dinastia macedone, nel tentativo di trovare un culto "mediano" che fosse accettabile per le varie anime della città multietnica di Alessandria, capitale del regno. 
Il culto maturò dallo sforzo ideologico 

di conciliare le esigenze monoteistiche della componente ebraica (anche se questa non gradiva le rappresentazioni antropomorfiche) molto numerosa nella città, con quelle tipiche della religiosità autoctona, associando al dio elementi caratterizzanti dei culti egizi, in particolare di quelli di Iside e Osiride, e allo stesso tempo rendendo la divinità accettabile anche presso la cultura greco-macedone (il ceto dirigente a quel tempo), giustapponendovi caratteri delle maggiori divinità olimpiche.
La divinità infatti appariva simile allo Zeus barbuto e anziano, e recava sul capo un recipiente simbolo di fertilità, associabile dagli egizi con le simbologie delle divinità collegate a tale propiziazione. Per contentare i greci, al dio veniva accostato un cane con tre teste (un Cerbero, su cui poggiava la mano destra della statua del Serapeo), in modo da rievocare un nume infernale, e inoltre vi si avvicinarono attributi legati a Esculapio, tanto che venne venerato anche come dio guaritore. Il successo del culto di Serapide non fu immediato, ma divenne molto diffuso ad Alessandria e in tutto il bacino del Mediterraneo, veicolando anche la moda della venerazione di Iside presso le popolazioni greco-romane.
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La Storia Augusta (in latino: Historia Augusta) è una raccolta di biografie di imperatori e usurpatori romani comprendente l'arco di tempo che va da Adriano (117 d,C) a Numeriano .
La 1ª edizione originale risale al IV secolo; età costantiniana o teodosiana, in lingua originale latina
E' l'unica fonte letteraria continua per questo periodo, il cui contenuto coincide a volte con quello di epigrafi e di altro materiale documentario pervenutoci e quindi, pur con tutti i suoi limiti, è di interesse considerevole.
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Sotto: Busto di Serapide ai Musei Vaticani

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