mercoledì 24 luglio 2024

ATTIS

Mito narra che una notte Zeus sognò di unirsi sessualmente con la madre terra Cibele - (antica divinità anatolica, dea della natura, degli animali e dei luoghi selvatici. Assumeva duplice valore poiché rappresentava sia la forza creatrice, che quella distruttrice della natura e veniva sovente accomunata a Rea) - e che da quel suo amplesso, il seme che ne fuoriuscì, si riversò sulla terra e colpì una pietra e dall’unione di quella pietra col seme del dio degli dei, nacque l’androgino Agdistis. A causa della sua doppia natura, maschile e femminile, egli non era ben visto dalle altre divinità dell’Olimpo che lo consideravano pericoloso. Divinità dell’Olimpo che per renderlo innocuo, non esitarono a recidergli il membro virile ed a lasciargli solamente i genitali femminili. Nel luogo in cui l’abominio era stato compiuto, dal sangue fuoriuscito da quell’evirazione, nacque un albero di mandorlo oppure, secondo altre fonti, di melograno.



Quando l’albero crebbe attirò l’interesse di Sangaride, che era la figlia del dio fluviale Sangario, la quale soleva sedersi sotto le sue fronde. Un giorno, mentre si trovava sdraiata sotto quei rami, una mandorla le cadde in seno, secondo altre versioni in grembo e così rimase incinta. Da quella sua gravidanza nacque Attis che, crescendo, divenne un ragazzo di indubbio fascino, talmente tanto bello che tutte si innamoravano perdutamente di lui e tra queste vi era anche Agdistis, ormai divenuta a tutti gli effetti donna, ma dal cui seme del membro evirato era nato il mandorlo grazie al quale era stato concepito il fanciullo.
Il giovane Attis però si innamorò della figlia del re Mida e con lei convolò a nozze ma il giorno del matrimonio, ecco apparire tra gli invitati Agdistis che, adirata per essere stata respinta e preda di una folle gelosia, fece impazzire tutti i presenti, tra cui anche Attis che si evirò sotto un pino. Cibele - che nutriva anch’ella dei sentimenti per il bel giovine - ebbe pietà di lui e lo prese con sé, facendo di lui il cocchiere del suo sacro carro.


Secondo altre versioni del Mito Attis era conteso sia da Agdistis che da Cibele e mentre la prima lo fece impazzire, tanto da spingerlo al suicidio, la seconda ne seppellì il corpo ed in quel luogo dove egli giaceva, dal suo sangue nacquero delle viole e non soltanto il suo corpo non si decompose mai, ma i suoi bei capelli, non smisero mai di crescere.
Secondo quanto narrato nella mitologia greca e anatolica, Agdistis era un monte sacro che si trovava a Pessinus, città della Frigia in prossimità del fiume Sangario e tale monte veniva raffigurato come un demone di nome Agdistis e secondo quanto narratoci da Pausania, Attis venne seppellito proprio sotto le pendici del monte Agdistis.
Attis con indosso il berretto frigio, II secolo dopo Cristo, Museo del Louvre, Parigi , Francia.
Attis, Thymiaterion di terracotta da Tarso, I o II secolo avanti Cristo, Museo del Louvre, Parigi, Francia.
Monumento funeraio con bassorilievo raffigurante Attis, I secolo dopo Cristo, Musei Civici, Pavia, Lombardia, Italia.

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