mercoledì 13 settembre 2023

San Simeone lo stilita si scaglia contro le divinità venerate nel tempio di Baalbek

 Quinto secolo dell'Era Cristiana. A Simeone Stilita, primo e più famoso tra gli anacoreti siriaci, giungono strane voci di un culto demoniaco rinato nel tempio di Baalbek. Il tempio sorge a poca distanza dalla colonna su cui Simeone ha giurato di passare la propria vita. Pregato dai contadini i cui figli vengono rapiti dai monaci incappucciati del tempio, l'anacoreta invia una proiezione astrale a indagare. È convinto che così sarà intoccabile. Invece, all'interno del tempio viene assalito dalle forze del male e solo a fatica riesce a tornare in sé.



Mentre era nel tempio è riuscito a spiare una cerimonia, e ha scoperto che i bambini vengono sacrificati all'oscenità che vive nei sotterranei di Baalbek. Le autorità dell'Impero d'Oriente, pigre e corrotte, non possono o non vogliono agire abbastanza in fretta.
A questo punto, due opzioni di trama.
1) Simeone, nottetempo, scende dalla colonna, afferra un'ascia e una spada lasciati lì da qualcuno (un angelo? un ex mercenario che, dopo l'incontro col Santo, ha deciso di cambiar vita?) e va a fare strage di accoliti come un novello Conan. Poi torna alla sua colonna e risale senza che nessuno lo veda.
Variazione: e se un buon cristiano lo scoprisse? Cosa dovrebbe fare Simeone per proteggere la sua fama di anacoreta?
2) Simeone ha fatto voto di non scendere mai dalla colonna. Raduna quindi un gruppo di avventurieri cristiani e li manda a mettere fine ai sacrifici di Baalbek. Alcuni muoiono, altri sopravvivono. Tutti saranno assunti nel Regno dei Cieli.
Variazione: e se l'omicidio fosse sempre peccato? Se alcuni di loro, ammazzando gli accoliti, si fossero dannati? E se Simeone lo avesse sempre saputo? Quali riflessioni potremmo trarne, personaggi e lettori?

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