Qualche anno fa, Giuseppe Sermonti (fratello del ben più noto e noioso Vittorio Sermonti) scrisse un saggio splendido sull'interpretazione alchemica della fiaba di Biancaneve, che anche per quello viene presa di mira dai moti di distruzione anti-occidentale di questi giorni: tutto ciò che ha un senso profondo e simbolico viene demolito quotidianamente, per fare tabula rasa mentale, morale ed infine materiale della civiltà - che è per definizione (civitas) occidentale. Il prof. Sermonti (quello bono!) fu ufficialmente un famoso genetista, ma quando osò confutare il darwinismo (quell'obbrobrio di teoria passata per certezza scientifica che giustifica ogni tipo di oppressione belluina da circa 200 anni), fu insultato ed umiliato dalla comunità accademica come "senile". Si sa, l'accademia da sempre è gran covo di serpi e di mediocri mignotte, altrimenti non sarebbe sostenuta dal potere: ai malfattori servono sempre dei dotti da portare via un tanto al kilo per i loro scopi. Ho sempre rimproverato a Sermonti di aver parlato troppo tardi, di aver aspettato troppo. Ma ora, visto il mondo in cui viviamo e sospettato il mondo in cui vivremo, lo riprendo in mano con gioia e fiducia.
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