mercoledì 5 maggio 2021

VUDÙ, CANDOMBLÉ, UMBANDA, MACUMBA E SANTERÌA

Nel Centro e nel Sud America si sono susseguite forme religiose che sono frutto di un notevole sincretismo determinato dall'incontro (ma anche dallo scontro) di esperienze cultuali molto diverse. In primo luogo vi è il cristianesimo introdotto dai conquistatori europei, poi una percentuale piccola ma significativa della tradizione rituale autoctona e quindi i culti che hanno accompato gli schiavi neri deportati dall'Africa. Tra le esperienze cultuali che fanno parte di questo complesso sincretistico vanno posti il vudù, il candomblé, l'umbanda, la macumba e la santeria. Nella lingua del Benin e Dahomey vudun significa «spirito»; la popolazione di colore haitiana, che parla la lingua creola (composta da francese, africano e spagnolo), ha trasformato il termine originale in «vodù». Si tratta di una pratica fortemente sincretistica che unisce religione, mito, magia e stregoneria. È religione perché ha un proprio pantheon costituito da divinità di origine africana, è mito perché alcuni dei suoi personaggi sono semi-divini, eroi, antenati civilizzatori, ma è anche magia e stregoneria perché l'officiante si riconosce come stregone.

Il vudù sostiene che l'anima può diventare immortale se raggiunge lo stato di loa e acquisisce una forza soprannaturale. I loa hanno la prerogativa di possedere gli uomini, sostituendosi alla anima e quindi riducendoli a docili oggetti sottomessi al proprio dominio. Simbolicamente ad Haiti si dice che il posseduto sia «cavalcato dal loa»: per raggiungere questo stadio si praticano cerimonie spettacolari in cui il culto diviene una vera e propria azione scenica. Pur non esistendo un rito codificato, perché vi sono varianti locali, le celebrazioni si svolgono sotto il controllo dell'hougan (lo stregone), che ha il compito di presiedere il vudù e invocare il loa che deve essere «buono». Per favorire la sua comparsa (sotto forma di possessione) vengono offerti doni: alcolici, tabacco, cibo. Sono anche previsti sacrifìci: in genere si tratta di galli da combattimento che vengono decapitati e il cui sangue è cosparso sulla testa dei fedeli. Molto spesso quest'ultimo atto è sufficiente a determinare il passaggio dello spirito.I rituali vudù si basano sulla danza, che spesso è ossessiva e caratterizzata da toni violenti non privi di elementi riconducibili alla dimensione orgiastica. Molto forte in questi balli è l'influsso della cultura africana. Ogni loa può essere richiamato solo con un ritmo specifico, scandito dai tamburi, che di fatto costituisce l'elemento attraverso il quale lo spirito è collocato nella sfera dell'umano. Al vertice di tutte le entità soprannaturali si trova Bon Dieu, considerato il creatore dell'universo, con una corte suddivisa in santi e angeli e strutturata sul modello cristiano: significativamente questa divinità può essere simile a Cristo, ma con la pelle nera; mentre i santi sono caratterizzati da fattezze simili a quelle di alcuni santi cattolici.


II vudù ha assunto anche intonazioni di carattere politico. Al tempo delle tratta degli schiavi, uomini e donne in catene furono battezzati e costretti a convertirsi al cristianesimo; ma si trattò di conversioni sui generis, perché da parte degli autoctoni mancava il coinvolgimento spirituale necessario, così molti neri attribuirono ai loro dèi nomi e tratti cristiani, pur conservando la base animista delle proprie religioni. Con il passare del tempo il vudù è diventato un fattore discriminante: chi lo pratica appartiene a una classe inferiore ai margini della società. Questa pratica magico-religiosa fortemente sincretistica è la cornice entro la quale si è affermata la figura dello zombi: creatura complessa in cui convivono elementi della mitologia haitiana, della religione animista africana e del cristianesimo.

Nei rituali vudù, la danza portata avanti fino all'estremo ha una funzione importante, destinata a favorire l'estasi e la perdita di conoscenza. La fase della massima trancedetermina la consapevolezza, da parte del posseduto, di essersi trasformato nell'entità evocata. Il rito della danza, contrassegnato da una forte teatralità, è l'apice del rituale vudù, in cui il coinvolgimento collettivo raggiunge livelli talmente alti che un'ordinanza del governo haitiano, nel 1704, vietò agli schiavi di «fare assemblee di notte con il pretesto di danze collettive». Inoltre, nel 1765, fu istituito un apposito corpo dell'esercito incaricato di reprimere e disperdere le locali calendas, le «danze rituali».
Nel complesso simbolismo del vudù può anche essere previsto un bagno nel fango del Bassin St. Jacques ad Haiti: questa tradizione si rinnova ogni anno durante la festa dell'Ogoun (per gli Yoruba nigeriani è il dio della guerra e della forgiatura) alla Plaine-du-Mord. Poiché nello stesso giorno i cattolici celebrano Saint Jacques, è interessante notare che molti dei partecipanti all'Ogoun sono gli stessi fedeli che si raccolgono in chiesa per il culto del santo.Strettamente connesso al vudù è il candomblé brasiliano; la sua etimologia è forse da far risalire a «luogo di danza», il termine è apparso nel XIX secolo per identificare la pratica cultuale caratteristica di gruppi di negri fuggiti dalla segregazione. L'origine è da ricercare, come per gli altri sincretismi sudamericani di tradizione africana, nell'arrivo, nel 1538, degli schiavi in Brasile provenienti dalla Guinea. Senza dùbbio si trattò di una grande massa di persone di etnie diverse che portava come patrimonio culturale le proprie concezioni di universo basato su frammenti di una metafisica dualista a base animista, nella quale potevano anche essere rintracciati elementi di tradizione islamica. In questo caso, la cristianizzazione ha avuto effetti solo apparenti, perché dietro il volto e la fisionomia cattolica di Cristo, della Vergine e dei santi continuano a celarsi le divinità africane con il loro universo misterioso. Il candomblé è stato spesso screditato dal culto ufficiale per finire tra le pieghe del folklore. Ma questa antica pratica e quelle che ne derivano, come l'umbanda, continuano a essere ben vive negli interstizi dei sistemi culturali di tutte le classi sociali.

L'umbanda si basa sulla reincarnazione e considera necessario il coinvolgimento degli spiriti nel mondo degli uomini attraverso riti di tradizione magica, ma sempre orientati in direzione del bene. Infatti l'umbanda è una pratica animistica positiva in continua lotta contro gli spiriti malvagi.
Con macumba (anche detta «quimbanda») in Brasile si indicano culti come il candomblé e l'umbanda: anche in questo caso, pur con tutta una serie di varianti locali, i riti sono basati su un sincretismo che ha il suo background nelle pratiche cultuali di tradizione africana.
Anche la santeria cubana è espressione del sincretismo prodotto dalla fusione della religione cattolica con elementi della tradizione yoruba. La santeria ebbe, a partire dal XIX secolo, un notevole impulso, assumendo connotazioni anche ideologiche; comunque gli adepti, pur ammettendo similitudini e origini comuni con candomblé e macumba brasiliani e vudù haitiano, affermano di non effettuare riti di magia nera, di limitarsi a pratiche divinatorie o di altro genere dirette a favorire successi in amore e in ambito economico, di salvaguardare la salute e curare le malattie.


Massimo Centini,  Il grande libro delle Religioni nel mondo (Xenia, pag. 94 e seguenti)

Nessun commento: