Uscito dal liceo, quasi non sapevo che Platone aveva scritto anche il Timeo. Nonostante Platone porti con sé questo libro nella Scuola d'Atene i manuali allora in uso gli davano poco spazio. Quando lessi Festugiere, di cui raccomandava la lettura Tullio Gregory, fu una doppia rivelazione. Non solo Ermete, ma anche, o forse soprattutto, lo stesso Platone. Un Platone problematico, che non ha mai detto due volte la stessa cosa, viene colto nel momento in cui introduce un oggetto misterioso, la chora. Da questo oggetto inquietante si sviluppano due tronconi, praticamente l'intera storia della filosofia occidentale e non solo: un oggetto visto come semplice supporto materiale, e quindi il dio cosmico stoico fattore di ordine, ovvero una visione ottimistica della realtà, e un oggetto fonte di disordine (il demiurgo cattivo ?, un'anima volta al male?), da cui discende il pessimismo e l'acosmismo della gnosi. La lotta fra queste due potenze è continua e senza fine, perché bene e male, ordine e disordine, si fronteggeranno in eterno. Questo è il messaggio di Festugiere al mondo moderno.
giovedì 5 novembre 2020
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