Nel nome Demetra c’è la parola “madre” (meter) e “de”, secondo alcuni linguisti, starebbe in origine per “gè” (terra). Questa dea è a tutti gli effetti una Madre Terra, e come dice Kerényi, il suo destino “abbraccia quello del frumento”. In lei sopravvive una coscienza matriarcale antica, preellenica, che con l’avvento del cristianesimo è sopravvissuta nella devozione popolare per la Vergine, anche se a quest’ultima manca la potenza archetipica dell’antica Madre Terra. La spiritualità cristiana ha allontanato la dea dall’elemento terra, che appartiene pienamente a Demetra, per elevarla in cielo, dove Maria, di fatto, non sarà più dea, ma donna scelta da Dio. Forse, proprio questa dislocazione del sacro femminino dalla terra al cielo ci ha disabituati a percepire la terra stessa come sacra.
(R. Frueauf, Madonna vestita di spighe)
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