mercoledì 18 novembre 2020

La Grande Madre venerata anche dai popoli migranti legati al nord Europa

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“I Longobardi, i Reudigni, gli Avioni, gli Angli, i Varini, gli Eudosi, i Suarini e i Nuitoni venerano tutti quanti Nerthus, cioè la Terra madre” (Tacito)
Nerthus è una dea della fertilità, “madre terra”, secondo la descrizione di Tacito, venerata in modo particolare nell’attuale regione dello Schleswig-Holstein. Lo storico latino narra che in un’isola dell’Oceano (identificata con l’isola danese di Fyn-Funen), in un boschetto a lei dedicato, si trovava un carro sacro coperto da un panno che poteva essere avvicinato solo da un sacerdote che percepiva la presenza della divinità. Nerthus, sul carro trainato da vacche, compiva ciclici viaggi nelle sue terre: dove giungeva, le guerre cessavano e tornava a regnare la pace e la gioia; al ritorno nel boschetto, il carro e il simulacro della dea venivano immersi in un lago e gli uomini che avevano preso parte al rito come aiutanti venivano gettati in acqua in sacrificio alla dea. La dea germanica è presente anche nella mitologia nordica, spesso messa in relazione dagli studiosi con il dio Njord, dio della terra fertile lungo le coste, protettore dei marinai e della navigazione. Njord e Nerthus dovevano costituire un’originaria coppia di divinità in cui si rispecchiava la duplice vocazione economica della società scandinava: la navigazione e l’agricoltura. Figli di Njord e Nerthus sono Freyr e Freya: sarà proprio Freya a rivestire in seguito il ruolo di dea della fertilità, anch’essa dotata di un carro trainato non da vacche ma da gatti...

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