In Galilea, culla delle religioni monoteiste, è stato scoperto un sito dove era sepolta una maga Gli archeologi israeliani hanno trovato gli oggetti per i riti soprannaturali: gusci, corni e ciotole
Avevano il compito di guarire e accompagnare le anime dei defunti
Prima di diventare terra santa, il medio oriente era terra di sciamani. In quella Galilea che oggi è il fulcro dell´archeologia ebraica e biblica, dalla terra è spuntato inaspettato il più antico sciamano mai conosciuto.
Era una donna bassa e zoppa, vissuta 12mila anni fa, madre di un rito ancestrale e primitivo che si svolgeva negli stessi luoghi in cui alcune migliaia di anni più tardi i monoteismi si sarebbero affermati. Ali di aquila, corni di gazzella, crani di martora, code di bue, carapaci di tartaruga e zampe di cinghiale erano i parafernalia della maga, disposti ordinatamente attorno al suo corpo anche nella sepoltura per preservare i poteri soprannaturali nell´aldilà.
«L´aquila è l´uccello sciamanico per eccellenza, che sa guardare la luce del sole senza abbassare gli occhi. Gli altri animali sono gli spiriti aiutanti. Uno sciamano è tanto più potente quanti più ne ha accanto a sé» spiega Carla Corradi Musi, che dirige il Laboratorio di studi sullo sciamanesimo dell´università di Bologna ed è autrice di "Sciamanesimo in Eurasia".
La tomba della sciamana del 10mila avanti Cristo è stata scoperta da due archeologhe dell´Università ebraica di Gerusalemme, Leore Grosman e Anna Belfer-Cohen in uno sperone di roccia rivolto verso est, a 150 metri di altezza dal fiume Hilazon e a metà strada circa fra il Mediterraneo, che dista 14 chilometri, e il mar di Galilea.
I primi sciamani avevano il compito di guarire e accompagnare le anime dei defunti e per dispiegare tutti i loro poteri si travestivano da animali indossando ossa, pelli o penne. «Erano il punto di riferimento della comunità, il raccordo con la parte spirituale del mondo. Conoscevano l´albero genealogico della tribù ed erano anche i primi scienziati della storia. A differenza di una religione vera e propria, lo sciamanesimo aveva credenze flessibili e per esercitarlo occorreva il consenso della comunità»
Anche se stupefacenti in una terra dove l´archeologia cerca soprattutto di districarsi fra gli indizi storici contenuti nelle sacre scritture, i resti di Hilazon Tachtit non hanno però nulla di incoerente rispetto al cammino che l´umanità stava compiendo 12mila anni fa. La civiltà natufiana, oltre ad essere la prima a sposare la vita sedentaria, introdusse l´abitudine di seppellire i propri defunti accanto alle città dei vivi, adornando le tombe con gli oggetti che erano stati importanti durante la vita. "Ma l´altissima considerazione in cui gli sciamani erano tenuti nella loro società giustifica la ricchezza della sepoltura di Hilazon Tachtit, così ricca di simboli sciamanici e di oggetti, come le ciotole, usate per le guarigioni o i gusci di tartaruga, probabilmente residuo di un banchetto funebre" spiegano le archeologhe di Gerusalemme.
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