In Epiro, nella parte nordorientale della Grecia, sorgeva il più antico degli oracoli greci, la Quercia sacra di Dodona. Il luogo aveva - e conserva tuttora - un aspetto selvaggio e drammatico. Ai piedi del monte Tamaro, sulle pendici dal quale si ergono ancora vecchissime querce, s'innalzava il santuario di Zeus, che nel IV-V secolo diventa chiesa cristiana e sede episcopale. La zona era famosa per la violenza dei suoi temporali e anche per il freddo che vi regnava. Omero parla di "Dodona dalle male tempeste" .
A Dodona esisteva una quercia consacrata a Zeus, e in quella quercia c'era un oracolo le cui profetesse erano donne. Quelli che venivano a consultare l'oracolo si avvicinavano alla quercia e l'albero si agitava un po'; poi le donne prendevano la parola e dicevano "Zeus annuncia la tal cosa".
Queste Sacerdotesse si chiamavano Peleiadi o Peristere, cioè "le colombe". Erano tre, ci dice Erodoto, la maggiore si chiamava Promenia, "l'anima di prima", la seconda Timarete "la virtù onorata", la più giovane Nicandra "vittoriosa sugli uomini". Interpretavano il fruscio prodotto dal movimento del fogliame (dendromanzia). Non erano però Sacerdotesse di Zeus, ma di Dione, la Dea sposata da Zeus a Dodona.
mercoledì 4 novembre 2020
La quercia di Dodona
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