Secondo
la leggenda Ganimede era il più bello dei mortali e per questo Zeus lo
rapì, sottoforma di aquila, concedendo al padre come compenso immortali
rapidissimi cavalli o un aureo tralcio, opera di Efesto. Il luogo del
ratto è in origine la Troade, dove Ganimede al momento in cui venne
rapito stava pascolando le greggi del padre. La leggenda che narra di
Ganimede come dell'amasio di Zeus, è quella che ha preso più sviluppo
nella poesia classica. Vi accennano più o meno largamente ad es. Pindaro
nell'Olimpica I, Sofocle nelle Colchidi , Euripide in luoghi
dell'Oreste, dell'Ifigenia in Aulide, molti epigrammi (in qualcuno è
anche introdotto il motivo della gelosia di Era), Luciano, Nonno,
Ovidio.
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