Una scrofa d'acciaio sul rondò
Omaggio al paese di un tempo
L'opera di 110 chili troneggia sulla
rotatoria di via Muselle a Isola Rizza e richiama l'allevamento di suini
praticato in zona sin dal '500
ISOLA RIZZA. Una scrofa d'acciaio per
riscoprire l'antico simbolo del paese. In occasione delle feste natalizie, Luca
Bortolaso, promotore finanziario originario di Verona, ha riservato al Comune
in cui risiede da otto anni un dono particolare: una scultura che riproduce un
suino a grandezza naturale. L'opera è stata inaugurata alla vigilia di Natale
dal vicesindaco Enrico Pasqualini sulla rotonda di via Muselle, all'uscita
della superstrada per chi raggiunge il centro da Verona.
In paese le decorazioni più o meno
eccentriche dei rondò non sono una novità. Nelle scorse settimane, infatti, su
un'altra rotatoria, quella di via Salvo d'Acquisto, erano state piantate alcune
palme in stile «hawaiano» da un privato. Alla vegetazione tropicale è stata poi
aggiunta una lapide in marmo, con stemma e nome dell'abitato, pagata dal Comune
9.500 euro. Sono stati invece elargiti totalmente dal promotore finanziario
58enne i seimila euro necessari per la costruzione e la posa del monumento che
immortala il maiale. La molla che ha fatto scattare nel professionista il
desiderio di riscoprire e valorizzare la scrofa, un tempo animale-simbolo del
piccolo centro della Bassa, è stata la riconoscenza maturata dallo stesso
donatore nei confronti del paese in cui risiede dal 2005. «Io e mia moglie»,
evidenzia Bortolaso, «lavoriamo a Verona: nonostante ciò ad Isola Rizza ci
troviamo proprio bene. Così ho pensato di sdebitarmi con la comunità che ci ha
accolto regalando l'opera che riproduce la femmina di maiale».
La scultura, del peso di 110
chilogrammi, è stata realizzata dall'artigiano villafranchese Ivo Adami, che
l'ha costruita saldando tra loro diverse lamiere di acciaio «corten». La
lavorazione è avvenuta poi nella fonderia artistica «Brustolin» di Verona, la
stessa che si occuperà del ripristino della statua di Giulietta nel capoluogo
scaligero. «Il monumento», evidenzia Bortolaso, «si ispira all'antico nome del
paese, che era appunto Isola Porcarizza». Tra le varie ipotesi formulate dagli
storici sull'origine del nome dell'abitato, mutato in Isola Rizza con regio
decreto del 1872, c'è appunto quella che si richiama all'allevamento dei
maiali. Difatti, la scrofa con in bocca un fascio di spighe di riso è tuttora
visibile ai piedi del campanile parrocchiale, in uno stemma del 1535 ripreso
negli anni Trenta del secolo scorso dal Comune per disegnare lo stemma
municipale.
«Quello che mi piace di quest'opera»,
aggiunge Bortolaso, «è che sembra sorridere indicando il paese». La statua,
lunga due metri e 20 centimetri ed alta un metro e 10, è collocata su un
piedistallo di pietra del peso di una tonnellata e mezzo. Per il modello della
scrofa, Bortolaso e lo scultore Adami si sono avvalsi della consulenza del
vicesindaco Enrico Pasqualini. «Io stesso», prosegue il promotore finanziario,
«ho consegnato ad Adami un vero di fascio di spighe di riso sul quale poi è
stato realizzato il calco per la fusione in bronzo di questo particolare». «La
scrofa è un simbolo che va riproposto e non dimenticato», rimarca il
professionista, «perché è parte della storia di questa comunità». Secondo
Bortolaso, infine, il suino sfruttato come simbolo della località potrebbe far
da volano all'economia isolana. «Nella Bassa Parmense», conclude il promotore
finanziario, «hanno addirittura ideato una Pork Fest, interamente dedicata alle
pietanze a base di maiale. Durante un'edizione recente della manifestazione ho
conosciuto il sindaco di Polesine Parmense: sarebbe entusiasta di gemellare il
suo Comune con quello di Isola Rizza».
Fabio Tomelleri
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