sabato 8 luglio 2023

COME VENIVANO SEPPELLITI I MORTI DOPO LE BATTAGLIE NELL'ANTICA ROMA?




COME VENIVANO SEPPELLITI I MORTI DOPO LE BATTAGLIE NELL'ANTICA ROMA?
Nell'antica Roma, la sepoltura dei morti dopo una battaglia era un aspetto molto importante per l'onore e il rispetto dei caduti. Secondo le fonti antiche, esistevano diverse modalità di sepoltura a seconda del rango e del ruolo sociale dei defunti.
In generale, la sepoltura dei caduti in guerra era considerata un dovere sacro e un segno di rispetto per i morti e le loro famiglie.
Vegezio, un autore del IV secolo d.C., fornisce informazioni sulle procedure che dovevano essere seguite per la sepoltura dei soldati romani caduti in battaglia. Egli scrive che "i morti dovrebbero essere sepolti con grande rispetto e con tutti gli onori dovuti ai soldati che hanno combattuto per la patria".
I loro resti dovevano essere sepolti in modo simile a come erano in vita, con l'armatura e il corredo funebre completo, come se il soldato fosse ancora in servizio.
Inoltre, il rituale funebre includeva anche l'organizzazione di una processione e di un elogio funebre pronunciato da un oratore o da un comandante militare.
La sepoltura dei morti dopo una battaglia non era solo un dovere morale e religioso, ma aveva anche un'importante funzione psicologica per l'esercito romano.
La vista dei compagni caduti e sepolti con tutti gli onori avrebbe potuto infondere il coraggio e l'entusiasmo necessari per la continuazione della guerra.
Le fonti antiche riportano anche che i soldati romani erano soliti portare con sé una moneta da inserire nella bocca del cadavere. Questa moneta era chiamata "obolo per Caronte" e si pensava che permettesse al defunto di pagare il traghettatore Caronte per attraversare il fiume Stige e raggiungere l'aldilà.
Tito Livio racconta che, dopo la battaglia di Canne del 216 a.C., i Romani seppellirono i loro morti in modo particolarmente solenne: "I Romani raccolsero i loro morti e li seppellirono in modo molto solenne, quasi per sopperire alla sconfitta subita. Le colonne di cadaveri, già in parte sepolte e in parte lasciate in vista, indicavano la strada che l'esercito era passato.
Ma il senato aveva dato ordine che fossero inumati tutti i cadaveri che si trovavano a vista, perché la peste non diffondesse il contagio. Fu così seppellito un intero esercito." (Ab Urbe Condita, XXII, 51)
Fonti:
- Tito Livio, Ab Urbe Condita, Libro IX, Capitolo 16
- Orazio, Carmen IV, 7-8
- Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, Libro VII, 196-198
- Valerio Massimo, Factorum et Dictorum Memorabilium Libri IX, Libro VII, Capitolo 7

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