Cilindro
di Ciro (559-529), ritrovato a Babilonia, scritto dopo che Ciro ebbe
sconfitto nel 539 Nabonidus, ultimo re di Babilonia. Il cilindro attesta
che Ciro, entrato in Babilonia da vincitore, concesse a tutti i
prigionieri esuli di tornare nei loro paesi, alle loro case. Il re
persiano concesse anche ai suoi nuovi sudditi rinviati nelle loro terre
di riedificare i loro templi, dei quali i babilonesi avevano decretato
la distruzione. Anche se il Cilindro di Ciro non ne parla
esplicitamente, in base a questo decreto anche il popolo ebraico,
insieme ai ritornati dall’esilio, poté ricostruire in Gerusalemme il
tempio. Di questo ritorno a casa, in terra di Israele, degli esiliati,
parla Is 44,28-45,7. Il deutero-Isaia, cui il brano su Ciro appartiene,
descrive il ritorno degli esiliati con le immagini di un “secondo
esodo”, mentre Esd 6,3-5 descrive l’editto di Ciro che “ordina” la
ricostruzione del Tempio.
Questo il testo del Cilindro di Ciro..
"Marduk esaminò tutti i paesi in modo approfondito alla ricerca di un principe giusto, conforme al suo cuore. Prese per mano Ciro, re di Anshan, lo distinse, ne pronunciò il nome perché esercitasse il dominio sul mondo intero; sottomise ai suoi piedi il paese di Gutium, tutti i Medi. Poiché egli non cessava di far pascolare con diritto e giustizia la gente dalla testa nera che aveva conquistato con le sue mani, Marduk, il grande Signore, il guardiano della sua gente, guardò con gioia le buone azioni di Ciro e il suo cuore retto e gli ordinò di andare verso la sua città di Babilonia. Gli fece prendere la strada di Babilonia, andò sempre al suo fianco come un amico e un compagno, mentre avanzavano al suo fianco, cinti delle loro armi, le sue numerose truppe la cui quantità era sterminata come le acque di un fiume. Lo fece entrare in Babilonia senza battaglia né combattimento; risollevò la sua città di Babilonia dall'oppressione, consegnò nella sua mano Nabonide, re che non lo temeva. Gli abitanti di Babilonia, tutti quanti, tutto il paese di Akkad e di Sumer, i principi e i governatori si inginocchiarono davanti a lui e gli baciarono i piedi; si rallegrarono di averlo come re e i loro volti brillavano. Essi non cessarono di benedire con favore il Signore Marduk che, col suo appoggio, aveva fatto rivivere gli dei quasi morti e aveva salvato tutti gli dei dalla necessità e dalla tribolazione, e celebrarono il suo nome.
Io, Ciro, re dell'universo, re grande, re forte, re di Babilonia, re del paese di Sumer e di Akkad, re delle quattro regioni del mondo, figlio di Cambise, grande re, re della città di Anshan, nipote di Ciro, grande re, re della città di Anshan, discendente di Teispes, grande re, re della città di Anshan, di razza reale perpetua, che a Bel e Nabu piacque veder regnare, di cui hanno desiderato che fosse re per la gioia del loro cuore: quando entrai pacificamente in Babilonia stabilii nella gioia e nel giubilo la sede regale nel palazzo del principe. Marduk, il grande Signore, si acquistò in me un cuore largo che ama Babilonia... e ogni giorno io faccio sì che egli sia temuto. Le mie innumerevoli truppe avanzarono in pace in Babilonia; in tutto il paese di Sumer e di Akkad non permisi che ci fosse qualcuno che mettesse paura; ho vegliato senza posa al benessere della città di Babilonia e di tutti i luoghi santi. Quanto ai cittadini di Babilonia... che, contrariamente alla volontà divina, erano stati sottomessi a un giogo che non era fatto per loro, io li feci riposare dalla loro fatica, li feci sbarazzare delle loro impugnature di facchino. Marduk, il grande Signore, si compiacque delle mie buone azioni e benedisse con bontà me, Ciro, re che lo teme, Cambise, figlio nato dalla mia carne, e tutte le mie truppe; e noi proseguimmo felicemente il nostro cammino davanti a lui nel benessere. Al suo augusto ordine tutti i re che siedono su podii, quelli di tutte le regioni dal mare superiore fino al mare inferiore che abitano in paesi lontani e i re del paese di Amurru che abitano in tende, tutti quanti, mi portarono il loro pesante tributo e baciarono i miei piedi a Babilonia. Dalle città di Ninive, di Assur e di Susa, di Agade, dal paese di Eshnunna, le città di Zamban, di Meturnu e di Der fino al territorio del paese di Gutium, località sacre al di là del Tigri la cui sede era fondata da sempre, io riportai al loro posto gli dei che vi avevano abitato e feci risiedere questi dei in una dimora eterna; radunai tutte le loro popolazioni e li ricondussi nei loro luoghi. Quanto agli dei del paese di Sumer e di Akkad che Nabonide aveva introdotto a Babilonia tra la collera del Signore degli dei, per ordine di Marduk, il grande Signore, diedi loro una piacevole dimora nelle loro cappelle, nel benessere."
Questo il testo del Cilindro di Ciro..
"Marduk esaminò tutti i paesi in modo approfondito alla ricerca di un principe giusto, conforme al suo cuore. Prese per mano Ciro, re di Anshan, lo distinse, ne pronunciò il nome perché esercitasse il dominio sul mondo intero; sottomise ai suoi piedi il paese di Gutium, tutti i Medi. Poiché egli non cessava di far pascolare con diritto e giustizia la gente dalla testa nera che aveva conquistato con le sue mani, Marduk, il grande Signore, il guardiano della sua gente, guardò con gioia le buone azioni di Ciro e il suo cuore retto e gli ordinò di andare verso la sua città di Babilonia. Gli fece prendere la strada di Babilonia, andò sempre al suo fianco come un amico e un compagno, mentre avanzavano al suo fianco, cinti delle loro armi, le sue numerose truppe la cui quantità era sterminata come le acque di un fiume. Lo fece entrare in Babilonia senza battaglia né combattimento; risollevò la sua città di Babilonia dall'oppressione, consegnò nella sua mano Nabonide, re che non lo temeva. Gli abitanti di Babilonia, tutti quanti, tutto il paese di Akkad e di Sumer, i principi e i governatori si inginocchiarono davanti a lui e gli baciarono i piedi; si rallegrarono di averlo come re e i loro volti brillavano. Essi non cessarono di benedire con favore il Signore Marduk che, col suo appoggio, aveva fatto rivivere gli dei quasi morti e aveva salvato tutti gli dei dalla necessità e dalla tribolazione, e celebrarono il suo nome.
Io, Ciro, re dell'universo, re grande, re forte, re di Babilonia, re del paese di Sumer e di Akkad, re delle quattro regioni del mondo, figlio di Cambise, grande re, re della città di Anshan, nipote di Ciro, grande re, re della città di Anshan, discendente di Teispes, grande re, re della città di Anshan, di razza reale perpetua, che a Bel e Nabu piacque veder regnare, di cui hanno desiderato che fosse re per la gioia del loro cuore: quando entrai pacificamente in Babilonia stabilii nella gioia e nel giubilo la sede regale nel palazzo del principe. Marduk, il grande Signore, si acquistò in me un cuore largo che ama Babilonia... e ogni giorno io faccio sì che egli sia temuto. Le mie innumerevoli truppe avanzarono in pace in Babilonia; in tutto il paese di Sumer e di Akkad non permisi che ci fosse qualcuno che mettesse paura; ho vegliato senza posa al benessere della città di Babilonia e di tutti i luoghi santi. Quanto ai cittadini di Babilonia... che, contrariamente alla volontà divina, erano stati sottomessi a un giogo che non era fatto per loro, io li feci riposare dalla loro fatica, li feci sbarazzare delle loro impugnature di facchino. Marduk, il grande Signore, si compiacque delle mie buone azioni e benedisse con bontà me, Ciro, re che lo teme, Cambise, figlio nato dalla mia carne, e tutte le mie truppe; e noi proseguimmo felicemente il nostro cammino davanti a lui nel benessere. Al suo augusto ordine tutti i re che siedono su podii, quelli di tutte le regioni dal mare superiore fino al mare inferiore che abitano in paesi lontani e i re del paese di Amurru che abitano in tende, tutti quanti, mi portarono il loro pesante tributo e baciarono i miei piedi a Babilonia. Dalle città di Ninive, di Assur e di Susa, di Agade, dal paese di Eshnunna, le città di Zamban, di Meturnu e di Der fino al territorio del paese di Gutium, località sacre al di là del Tigri la cui sede era fondata da sempre, io riportai al loro posto gli dei che vi avevano abitato e feci risiedere questi dei in una dimora eterna; radunai tutte le loro popolazioni e li ricondussi nei loro luoghi. Quanto agli dei del paese di Sumer e di Akkad che Nabonide aveva introdotto a Babilonia tra la collera del Signore degli dei, per ordine di Marduk, il grande Signore, diedi loro una piacevole dimora nelle loro cappelle, nel benessere."
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