Quante rose a nascondere un abisso...
“Trieste è la città, la donna Lina” afferma Umberto Saba nella sua Autobiografia. Trieste e Lina sono i due suoi amori. Sia la città sia la donna, che era diventata sua moglie nel 1909, ispirano alcune delle liriche più belle del Canzoniere..
Un epistolario che abbraccia un periodo molto lungo della vita del poeta.
Vita intrisa di dolore e di nascondimenti, ma sempre illuminata dall’amore per la città:
La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva”
da Trieste
e per Lina che è pollastra, giovenca, cagna, coniglia, rondine, formica, ape. Lina è la donna, la sua donna, che unisce in sé tutte le virtù di questi animali. E’ la donna che, più dell’uomo, s’avvicina al mondo della Natura e al Divino:
E così nella pecchia
Ti ritrovo, ed in tutte
Le femmine di tutti
I sereni animali
Che s’avvicinano aDio;
e in nessun’altra donna.
“Trieste è la città, la donna Lina” afferma Umberto Saba nella sua Autobiografia. Trieste e Lina sono i due suoi amori. Sia la città sia la donna, che era diventata sua moglie nel 1909, ispirano alcune delle liriche più belle del Canzoniere..
Un epistolario che abbraccia un periodo molto lungo della vita del poeta.
Vita intrisa di dolore e di nascondimenti, ma sempre illuminata dall’amore per la città:
La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva”
da Trieste
e per Lina che è pollastra, giovenca, cagna, coniglia, rondine, formica, ape. Lina è la donna, la sua donna, che unisce in sé tutte le virtù di questi animali. E’ la donna che, più dell’uomo, s’avvicina al mondo della Natura e al Divino:
E così nella pecchia
Ti ritrovo, ed in tutte
Le femmine di tutti
I sereni animali
Che s’avvicinano aDio;
e in nessun’altra donna.
da A mia moglie
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