Nestorio fu accusato di sostenere l'esistenza, in Gesù Cristo, oltre che di «due nature», di «due persone». In realtà tanto Teodoro di Mopsuestia (vero autore della dottrina) quanto N. parlano di «un solo πρόσωπον» («figura» o «persona») e insistono sull'unione delle due nature (la divina e l'umana) nell'unica persona di Cristo.
Il Concilio di Efeso (III ecumenico) nel 431 condannò, a opera di s. Cirillo d'Alessandria (l'istigatore dell'omicidio di Ipazia), Nestorio per le sue dottrine cristologiche; condanna confermata, nel 433, anche da Giovanni d'Antiochia. Fu bandito (435) prima in Arabia, poi nella Grande Oasi, scrisse in sua difesa il
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